Quello tra jazz e poesia è un binomio che ha una lunga storia. Anche in Italia abbiamo significative esperienze di questo incontro di amorevoli sensi tra suono e parola. Si affida alla semplicità ascetica della nuda voce e del bandoneon Uno strato di buio uno di luce della poetessa Patrizia Valduga e del musicista Daniele di Bonaventura.

Il testo è da Donna di dolori del 1991, utilizzato già per spettacoli teatrali e perfettamente reso dalla voce dell’autrice con scarna e dolorosa precisione. Una lingua che mescola alto e basso, umorismo e ferocia, quasi compiaciuta.

Una poesia altissima. Con lei la sensibilità di di Bonaventura capace di accarezzare, sostenere, divagare sempre con intelligenza. Registrata dal vivo al Festival «Mirano oltre» questa performance riemerge dieci anni dopo in una elegante confezione grazie alla preziosa cura di Claudio Donà, editore della Caligola Records e illuminato organizzatore particolarmente attento a questo tipo di proposte tra le quali va segnalata anche la pubblicazione di Note sui sillabari (Inschibolleth Edizioni) con i testi e la voce dello scrittore Vitaliano Trevisan (1960-2022) e le musiche di Stefano Bellon e Marcello Tonolo.