«La preoccupazione c’è perché i toni salgono sempre di più e c’è il rischio che ci siano estremismi che vanno a incidere sulle manifestazioni». Parola di Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno, che ha parlato ieri all’Agenzia delle dogane dopo il blitz che giovedì ha portato a diverse perquisizioni in tutta Italia e al sequestro di armi nei confronti dei cosiddetti «guerrieri» No Vax che sulle loro chat evocavano violenze in vista delle manifestazioni di oggi e domani.

Lamorgese ha ricordato che da inizio pandemia ci sono stati 50 milioni di controlli, che ci sono state «infiltrazioni della criminalità» in alcune manifestazioni e che il previsto blocco delle stazioni da parte dei no green pass non si è verificato: «Ci siamo impegnati particolarmente ed è andato tutto bene». «Al momento – ha aggiunto- il rischio è rappresentato da lupi solitari o persone particolarmente fragili». Un «rischio latente», ha detto il ministro, come a escludere che ci siano gruppi organizzati pronti a colpire.

Dopo gli 8 avvisi di garanzia contro i «guerrieri», gli inquirenti milanesi stanno valutando se contestare anche l’ipotesi di associazione per delinquere. La prossima settimana i pm potrebbero decidere di interrogare gli 8 indagati, mentre altri dei circa 200 partecipanti alla chat Telegram potrebbero essere iscritti nel registro.

Ieri i carabinieri hanno perquisito un 35enne della provincia di Latina, denunciato per «minaccia aggravata» per aver mandato delle mail con minacce di morte al ministro della Salute Speranza. «Tu hai rovinato la vita a noi italiani e anche a me … tu sicuro farai una brutta fine … meriti di essere bruciato vivo»: queste alcune delle frasi violente contenute nelle e-mail acquisite dai militari.

«Se si arriva alla violenza, c’è bisogno del pugno duro, non può esserci tolleranza», ha detto Speranza, ma i «no vax radicali sono solo un pezzetto, mentre incontro anche persone che hanno ancora dubbi e paure» e con loro occorre «usare strumenti di persuasione».

Minacce anche al presidente del Veneto Luca Zaia, che ieri ha rivelato il contenuto di alcuni messaggi ricevuti. «Uno mi ha scritto “se ti prendo ti sparo in bocca”, questa persona è stata identificata, è un militare con famiglia, per non rovinarlo gli ho chiesto di fare volontariato e ho ritirato la querela». «Hanno anche fatto un video con le indicazioni per arrivare al campanello di casa mia», ha aggiunto Zaia. «Ormai qui c’è un flusso, un mood, che non può essere sottovalutato».

Il ministro per i rapporti col Parlamento Federico D’Incà (M5S) si è detto «molto preoccupato dai toni e dal clima di odio, sempre più acceso, che si registrano ogni giorno da parte del movimento dei no-vax. Siamo arrivati addirittura all’ipotesi di attentati, minacce di morte e sabotaggi, all’indirizzo di tutte le istituzioni democratiche e all’apertura di un’indagine su 8 persone».

Secondo D’Incà c’è il rischio che «estrema destra e criminalità infiltrino questo movimento, cavalcando una protesta sempre più incomprensibile e solitaria. Il ministro ha invitato «tutte le forze politiche» a «cogliere» l’allarme di Lamorgese e a «condannare con fermezza quanto sta avvenendo: chi sfrutta politicamente questo clima ha delle enormi responsabilità».