Burying the ex, seppellendo la ex, recita il titolo del nuovo film di Joe Dante. Sogno di tutti quanti vorrebbero chiudere una storia d’amore finita. Ma i sensi di colpa, il cosa ne sarà di lei, il forse ci vuole pazienza… Sono cose che succedono a tutti, sempre. Non fa eccezione Max che convive con Evelyn. Lui è commesso al Bloody Mary’s, un negozio di amenità horror, costretto a salutare tutti con un «vai all’inferno». Lei è vegana, naturista, verde, il tutto vissuto da integralista bloggante. Solo il sesso sembra legarli, ma lei è davvero insopportabile nella sua crociata. E quando decide di sbaraccare tutti i poster dei film horror appesi alle pareti (in italiano, molti veri e qualcuno tarocco) per arredare l’intero appartamento all’insegna del prodotto ecologico, lui pensa siano arrivati al capolinea.

Anche perché quei manifesti, preziosi, erano il salvadanaio per aprire il suo negozietto. Così, su suggerimento del fratello sciupafemmine incallito (magnifico la citazione dell’addio via sms, che può essere anche gratuito in base all’operatore) Max convoca Evelyn per darle il benservito. Ma quando lei attraversa la strada viene spiaccicata. Funerale e sensi di colpa. Poi, quando se ne è fatta una ragione e comincia a frequentare la più affine Olivia ecco che Evelyn esce dalla tomba, citando Thriller. Evelyn, in progressiva decomposizione, intende solo proseguire la relazione creando qualche difficoltà e molto schifo a Max. Tutto per colpa di un diavoletto rosso in grado di concretizzare i desideri maleficamente, perché Evelyn voleva amore eterno.

Joe Dante in grande spolvero per una commedia zombie. Si ride moltissimo, Olivia racconta del suo ex che vietava fumo, alcol e sesso, divenuto fan di Gesù, e di come lei un giorno si sia spogliata nuda davanti a lui dicendo «scegli, o me o Gesù«. E lui scelse Gesù. Dante utilizza anche elementi reali della follia losangelina come la proiezione notturna della Notte dei morti viventi al cimitero (all’Hollywood Forever Cemetery, tra le tombe di molti divi trapassati, nei fine settimana estivi vengono davvero organizzate proiezioni di classici direttamente sui marmi bianchi di una parete del Cathedral Museum).

I giochi di parole, talvolta intraducibili, i riferimenti alla cultura pop e ai consumi made in Usa rischiano di creare qualche difficoltà per la distribuzione, ma il film è talmente spassoso che riverdisce i fasti di Landis versione horror, resuscita il Romero dei tempi migliori (le citazioni di film e di nomi si sprecano nell’ora e mezza canonica di film). Del resto Dante è sempre stato appassionato di cinema di genere. Da bimbo si costruiva da solo la camera oscura e si faceva i suoi filmetti, poi è diventato montatore di trailer per la società di distribuzione di Corman e quando il film era fiacco ricorreva all’immagine dell’elicottero filippino che esplodeva in volo, anche quando non aveva alcuna relazione con il film, ma l’effetto era accattivante. Ha imparato a intrattenere e divertire anche senza risorse produttive faraoniche.