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L’America è paralizzata

L’America è paralizzataWashington, gli uffici chiusi di Capitol Hill – Reuters

Shutdown Boicottaggio repubblicano. L’obbiettivo dei Tea Party è mobilitare l’elettorato di destra che nel 2011 ha dato agli oltranzisti la maggioranza della Camera

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 3 ottobre 2013
Luca CeladaLOS ANGELES

Il pomo della discordia che sta paralizzando l’America, la riforma sanitaria di Obama (Obamacare), è entrata nella fase operativa lo stesso giorno in cui il boicottaggio dei guastataori repubblicani ha provocato la paralisi del governo federale.

Da tre giorni ormai sono cessate le attività della Fda, l’agenzia di controllo, l’Epa, l’ente di protezione ambientale, i Cdc, i laboratori epidemiologici di Atlanta, la Usda che effettua controlli sul cibo ed eroga alimenti alle famiglie sotto la soglia di povertà; la Nasa e decine di ministeri e centinaia di parchi nazionali hanno chiuso i battenti. Alcune basi militari hanno ridotto le operazioni a quelle strettamente essenziali e decine di migliaia di impiegati statali sono a casa senza stipendio.

È l’effetto del tentato sabotaggio repubblicano della riforma sanitaria di Obama mediante la trattenuta dei necessari stanziamenti di una legge regolarmente approvata in precedenza da entrambe le camere del parlamento.
Una tattica di sfondamento dei meccanismi democratici da parte di una minoranza a dir poco oltranzista, quella del Tea Party, a cui Obama si oppone con fermezza venata di esasperazione. Il presidente ha nuovamente ribadito ieri la non negoziabilità sulla sanità ed ha accorciato il viaggio in Asia previsto per sabato, mantenendo per ora gli appuntamenti ai summit economici in Indonesia e Brunei ma cancellando le visite di stato in Malesia e Filippine dove verrà invece spedito John Kerry.

Il precedente di Newt Gingrich

Non accadeva dagli anni di Clinton, quando la strategia del ricatto venne varata dai neocon di Newt Gingrich, padre ideologico del moderno oltranzismo conservatore. Allora lo «shut down» durò settimane provocando un forte danno economico anche se come hanno notato in molti, allora l’economia era robusta, non fragile come quella dell’attuale «ripresina». Il calcolo politico inoltre si ritorse contro i repubbicani che di li a poco avrebbero visto Clinton trionfalmente rieletto.
Eppure alla odierna fazione «kamikaze» dei conservatori non paiono interessare le effettive conseguenze dell’ostruzionismo totale sulla sanità, e quello annunciato sul tetto fiscale. Hanno anzi tutto da guadagnare dallo stallo del governo o perfino quello della ripresa economica. I republicani hanno scelto una cinica strategia del ‘tanto peggio tanto meglio’ che punta dichiaratamente al fallimento di Obama per capitalizzare alle prossime elezioni sull’indebolimento del presidente. L’obbiettivo principale della «crisi isterica» su una riforma che al massimo rappresenta una timidissima regulation del libero mercato delle assicurazini mediche, È dunque politico: attizzare il fervore dei fedelissimi che due anni fa hanno regalato agli oltranzisti la maggioranza alla camera, in vista delle prossime tornate elettorali.

Sondaggi al 70% contro il blocco

Per questo i repubblicani hanno scelto di ignorare i sondaggi che rivelano una cauta maggioranza dell’opinione pubblica a favore della riforma e una forte opposizione pubblica (oltre il 70%) al blocco del governo. L’ala moderata dei repubblicani, quella che potrebbe teoricamente negoziare un compromesso col presidente ha per ora ceduto ad un ricatto attuato col fervore di un attentato suicida. E questo muro contro muro non è probabilmente che l’assaggio di una pericolosa disfunzione; per un analogo sabotaggio annunciato della destra sul tetto fiscale, gli Stati Uniti potrebbero fra due settimane dichiarare un default sulle obbligazioni che avrebbe conseguenze potenzialemente disastrose sull’economia globale e che saranno all’ordine del giorno dell’incontro che Obama avrà oggi con i preoccupati dirigenti delle maggiori banche di Wall Street.
Per il momento intanto l’impatto della «chiusura» del governo è più limitato di quello che sarebbe il risultato in un paese europeo dove molti dei servizi pubblici dipendono dai governi dei singoli stati nazionali; mentre un ordinamento federalista distribuisce gli effetti dell’insurrezione repubblicana diversamente di regione in regione.

Fanno festa in California

Così accade che, mentre a Washingon i dr. Stranamore del Gop minacciano di accendere l’ordigno dell’apocalisse economica se non passa la loro linea ideologica minoritaria, il governatore democratico della California, ad esempio, festeggia il ritorno in attivo dei conti pubblici e celebra la situazione con la ratifica di una raffica di leggi libertarie. La paga minima statale è stata aumentata a $10, sono state autorizzate le patenti di guida per gli immigrati clandestini e riconosciuti gli straordinari per le badanti, sono state ulteriormente limitate le armi automatiche e confermate le protezioni ambientali. E, quel che è più importante visto il boicottaggio repubblicano, Si preannuncia soprattutto una vasta adesione popolare al piano Obama per la salute. Nel primo giorno di operatività il sito per le iscrizioni allestito dallo stato ha registrato oltre 5 milioni di contatti. Questo mentre in Virgina ad esempio il locale governo repubblicano boicotta la riforma la cui implementazione è affidata unicamente a volontari. Fotografia di un America la cui profonda spaccatura politica e culturale è rispecchiata dall’impasse nella sua capitale.

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