Scuola

L’«Altrascuola», le proposte degli studenti

Sbilanciamo l'Europa Serve una Legge Nazionale sul diritto allo studio, che ponga fine alle disparità che vi sono fra le varie leggi regionali

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 8 maggio 2015

Per il diritto allo studio in Italia sono presenti 20 leggi regionali differenti, alcune più avanzate ma senza finanziamenti, e altre sostanzialmente immutate dai primi anni ’80. Crediamo sia necessaria una Legge Nazionale sul diritto allo studio, che ponga fine alle disparità che vi sono fra le varie leggi regionali e che stabilisca i Livelli Essenziali delle Prestazioni che le Regioni dovrebbero erogare.

Vogliamo che le Regioni ci garantiscano: borse di studio senza vincolo di spesa, improntate su un forte principio reddituale; reddito diretto ed indiretto; accesso gratuito o agevolato alle iniziative e ai consumi culturali; forti agevolazioni sui trasporti; comodato d’uso per i libri di testo; sportelli d’orientamento in ogni scuola; misure per tutelare la multiculturalità e l’integrazione degli immigrati; supporto agli studenti portatori di handicap; istituzione di Conferenze regionali sul diritto allo studio, affinché si vigili sull’applicazione delle norme e si instauri un dialogo fra le componenti della scuola.

Valutazione e Organi Collegiali

Da anni è presente un dibattito sulla valutazione di sistema riferita al modello Invalsi. Noi proponiamo la costruzione di un sistema di valutazione indipendente dal Miur, che sia basato non solo su test standardizzati, a carattere campionario e non più censuario, ma anche su altri parametri, fortemente basato sulle condizioni territoriali in raccordo con gli Enti Locali. Una valutazione che non sia una schedatura degli apprendimenti, ma sia basata sull’autovalutazione delle componenti che vivono la scuola e sia volta al miglioramento complessivo.

Stage e Alternanza Scuola-Lavoro

Rigettiamo l’idea che un contratto di apprendistato a 15 anni possa essere considerato istituto formativo e non una forma di sfruttamento e precarizzazione precoce. Proponiamo quindi il potenziamento ed il miglioramento dell’istituto dello stage, con l’istituzione di commissioni paritetiche docenti-studenti per costruire i progetti formativi, con garanzie di formazione reale, copertura assicurativa ed uno Statuto dei Diritti delle studentesse e degli studenti in stage. Proponiamo il rafforzamento degli stage nei licei e l’idea che gli stage debbano essere al servizio del territorio e della comunità e debbano essere promossi anche presso enti locali, patrimonio pubblico, cooperative sui beni confiscati alle mafie.

Cicli, Didattica, Programmi

Proponiamo una revisione complessiva dei cicli didattici con un unico ciclo di 7 anni ed un ciclo secondario superiore basato su un biennio unitario ed un triennio specializzante, per abbattere il classismo che oggi si riproduce nella divisione tra licei ed istituti tecnici e professionali a seguito della riforma Gelmini.

Un revisione totale del disciplinarismo ed il superamento del concetto di materia ci sembra necessario per costruire una scuola moderna, fondata sulla trasmissione di capacitazioni piuttosto che di nozioni. Immaginiamo dei programmi che abbattano gli stereotipi che oggi purtroppo si riproducono anche attraverso la scuola. Immaginiamo una scuola che insegni ad orientarsi nell’attualità, che non abbia programmi machisti ed etnocentrici, che sia interculturale e promuova l’insegnamento di altre culture e momenti di peer-to-peer education tra studenti di diverse religioni ed origini etniche.

Finanziamenti

Per una scuola di qualità sono necessari finanziamenti certi. Pensiamo sia necessario portare l’investimento sull’Istruzione dal 4,7 % al 6,5 % del Pil. Vogliamo un sistema di istruzione completamente gratuito che non si basi sui «contributi volontari» oggi richiesti alle famiglie, quantificati in oltre 1 miliardo di euro complessivi secondo le associazioni dei genitori, ma che sia a carico dello Stato. Ciò è possibile svincolando gli investimenti in istruzione dai vincoli di stabilità in quanto considerati per la crescita del Paese e modificando la legge 62/2000 dividendo finalmente giuridicamente le scuole pubbliche e le scuole paritarie degli enti locali dalle scuole paritarie non statali, che dovrebbero essere escluse dai finanziamenti, ogni anno sempre più ingenti nonostante il dettame costituzionale.

Edilizia Scolastica

Oggi in Italia il 32,5% degli edifici scolastici necessita di interventi urgenti di manutenzione. Il 58% delle scuole, inoltre, è stato costruito prima della normativa antisismica. Solo il 53% delle scuole possiede il certificato di agibilità e il 58,1% una certificazione igienico sanitaria. Alcune delle nostre proposte sono l’avviamento dell’Anagrafe sull’edilizia scolastica, il finanziamento di un fondo pluriennale, la costruzione di scuole nuove che possano permettere l’utilizzo di strumentazione didattica innovativa ed il ripensamento degli spazi scolastici, la conversione in scuole del patrimonio pubblico abbandonato e del patrimonio confiscato alle mafie.

La versione integrale del testo è consultabile e scaricabile qui.

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