Visioni

«L’altra Roma» va al Mattatoio

«L’altra Roma» va al MattatoioSarah Moon, Pineta di Cinecittà

Mostre Al Padiglione 9A, la capitale raccontata dai fotografi Nadav Kander, Martin Kollar, Alex Majoli, Sarah Moon e Tommaso Protti, fino al 16 maggio

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 29 aprile 2021

Inevitabile luogo comune: Roma è probabilmente la città più difficile da fotografare. Dribblare lo stereotipo «cartolina», possibilmente evitando d’inciampare nelle buche e nei sampietrini sconnessi disseminati ovunque nella Città Eterna, nel tentativo di trattenere la «vera» essenza delle sue contraddizioni bellezza/decadenza è un impegno notevole per i fotografi contemporanei.
Erede della Collezione Roma istituita nel 2003 nell’ambito di FotoGrafia – Festival internazionale di Roma (diretto da Marco Delogu dal 2002 al 2017) è il nuovo progetto per l’Archivio fotografico del Museo di Roma promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale e dall’Azienda speciale Palaexpo con l’obiettivo di implementare il patrimonio culturale della città attraverso il lavoro di fotografi internazionali invitati in residenza per raccontare «un’altra Roma». A curare dal 2019 questo nuovo progetto e la mostra Fotografia. Nuove produzioni 2020 per la collezione Roma – Nadav Kander, Martin Kollar, Alex Majoli, Sarah Moon e Tommaso Protti, ospitata nel Padiglione 9A del Mattatoio (fino al 16 maggio), è il fotografo Francesco Zizola.

Martin Kollar, Long Stroll. All Roads lead to Rome

CINQUE DIVERSI CAPITOLI, come è sottolineato anche dai singoli fascicoli del catalogo-cofanetto pubblicato da Postcart Edizioni, attraverso 130 fotografie e un’opera filmica che indagano il tessuto umano e urbano nelle sue diverse espressioni. Dall’istante sospeso del diario romano di Sarah Moon (Vichy 1941, vive a Parigi) che attraverso la pellicola «graffiata» delle polaroid e del film entra nel cuore di un presente che è già inevitabilmente passato (musei Capitolini, Ostia Antica, i pini di Cinecittà…) ci si sofferma sul ritratto delle periferie di Tommaso Protti (Mantova 1986, vive a San Paolo del Brasile), per poi tornare alle vestigia dell’antica Roma con gli scatti di Nadav Kander (Tel Aviv 1961, vive a Londra).

AL CENTRO del grande padiglione, l’uno di fronte all’altro, ecco anche i lavori di Alex Majoli (Ravenna 1971, vive a New York) e Martin Kollar (Žilina, Slovacchia 1971, vive a Bratislava) che traducono un’idea di movimento intrinseco. Kollar realizza il taccuino del suo viaggio a piedi da Bratislava a Roma (1255 km in 42 giorni, tra dicembre 2019 e gennaio 2020) con uno sguardo ironico che non è esente dalla paura e anche dalla noia, mentre Majoli fotografa la teatralità dell’uomo nella vita quotidiana. «È un piccolo capitolo di un grande lavoro iniziato tanti anni fa – spiega – Ho scattato in bianco e nero curando molto, in stampa, il dettaglio della grana e poi passando con lo spray quella velatura che rende le foto come pittura ad olio. Roma è la città del potere, ho fotografato momenti di manifestazioni, incontri politici ma anche situazioni bizzarre a Porta Portese o alla Stadio Olimpico con i due interpreti simultanei che traducono un evento di calcio. Ci sono pure i pini caduti, perché quando aprivo i giornali se ne parlava sempre; i gessi della mostra di Canova, copie degli originali fatte dallo stesso scultore e la ragazza con il fumogeno durante una manifestazione a San Basilio… tutto questo insieme fa Roma».

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