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L’altra Puglia, la corsa di Rossi: «Il voto a Emiliano è dato a Renzi»

L’altra Puglia, la corsa di Rossi: «Il voto a Emiliano  è dato a Renzi»Riccardo Rossi, candidato presidente di Altra Puglia

Cinquantuno anni, consigliere comunale di Brindisi bene comune, ingegnere elettronico, ricercatore nel campo delle nanotecnologie «in ferie per fare la campagna elettorale», spiega. Nella regione che sta per passare dall’era […]

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 31 maggio 2015

Cinquantuno anni, consigliere comunale di Brindisi bene comune, ingegnere elettronico, ricercatore nel campo delle nanotecnologie «in ferie per fare la campagna elettorale», spiega. Nella regione che sta per passare dall’era Vendola all’impero Emiliano, Riccardo Rossi è il candidato presidente di Altra Puglia, figlia dell’Altra Europa per Tsipras. Ma orfana di Sel, che si presenta in coalizione con il Pd nella lista «Noi a sinistra».

Rossi ha fatto le lotte per l’acqua pubblica, contro le centrali a carbone, in difesa dell’ambiente e della salute. E ora vuole portare in regione «le mille vertenze occupazionali, la chiusura delle biblioteche e dei musei provinciali, la questione xylella, le trivellazioni, il gasdotto Tap, il progetto Tempa Rossa, la gestione dei rifiuti, le energie rinnovabili e, da ultimo, la legge elettorale varata dal consiglio che è il compimento locale dell’assalto contro i diritti di cittadinanza».

Perché, a differenza di altre regioni, le sinistre in Puglia corrono divise?
Non è stato possibile fare diversamente. Sel ha scelto la strada, per noi sbagliata, di proseguire l’alleanza con il Pd. Per noi era improponibile per un problema di coerenza non solo con il passato ma con una prospettiva futura: non è possibile essere alleati del Pd in una competizione dal chiaro segno politico. Renzi scommette sulle regionali e i cittadini non si esprimeranno solo sui candidati ma sull’azione del governo: jobs act, buona scuola, Sblocca Italia. Per noi un voto a Emiliano è un voto a Renzi. E se vogliamo fare in Italia come Syriza in Grecia e Podemos in Spagna bisogna avere posizioni chiare.

Tuttavia Emiliano in Puglia, come Casson a Venezia, non è allineato a Renzi: per esempio è contrario alla cosiddetta ’buona scuola’.
Emiliano fa teatrino, gioco delle parti. Lui è il segretario regionale del Pd e concretamente non si distingue in nulla dalle politiche di Renzi. Così vuole prendere i voti suoi e quelli di Renzi. Dice no alla ’buona scuola’ solo per coprirsi il fianco sinistro. Ma poi fa larghe anzi larghissime intese, imbarcando di tutto: da Curto, ex senatore dell’Msi fino fino a Noi a sinistra e ai comunisti italiani.

In ogni caso molti della sua lista erano all’opposizione anche della giunta Vendola.
Io non ho tessere di partito. E con Vendola c’erano delle distanze, per esempio sulla mancata attuazione del referendum sull’acqua e sulle gigantesche questioni ambientali gigantesche, dalle questioni delle centrali a carbone all’Ilva.

Quindi siete divisi da prima e a prescindere dal Pd renziano.
No, voglio essere chiaro: la rottura non è stata sul bilancio del governo Vendola. Abbiamo opinioni differenti sui rifiuti, sulla sanità e sull’ambiente, e tuttavia avevamo chiesto a Sel di continuare il percorso iniziato con l’Altra Europa. Perché al di là del bilancio del passato l’irrompere di Renzi ha cambiato tutto. Per questo dobbiamo guardare al futuro e attrezzarci. Ma Sel ha voluto continuare nel centrosinistra.

Dopo il voto a sinistra si aspetta un big bang. Qui in Puglia come potete immaginare un percorso unitario il giorno dopo il voto?
E perché no? Sappiamo di essere una parte del mondo della Noi sinistra che si deve ricomporre su un programma politico chiaro. Se da lunedì ci sarà una sinistra che vorrà percorrere un’alternativa a Renzi, noi siamo pronti e aperti a tutti, purché si costruisca una forza alternativa al Partito socialista europeo. Non siamo in una fase storica in cui ci si può permettere di mettere i puntini sulle ’i’ del passato.

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