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L’altra faccia di Motta, prove tecniche di trasformazione

L’altra faccia di Motta, prove tecniche di trasformazioneMotta – foto di Claudia Pajewski

Note sparse Nuova avventura per l’artista toscano: «Suona! Vol.1» è il primo album per Sona, la sua etichetta

Pubblicato 5 giorni faEdizione del 23 ottobre 2024

Come a voler risalire all’origine etimologica dell’indie, Francesco Motta si mette in proprio inaugurando la sua etichetta Sona, indipendente seppur «sponsorizzata» da Dr. Martens e concepita non soltanto per i suoi progetti personali. Lo fa con un album quasi omonimo, Suona! Vol. 1, il cui titolo è un impegno scritto a proseguire la serie; un disco ibrido, un meta-live che riporta in studio brani nati in studio ma trasformati dalla frequentazione del palco. Prodotto insieme a Cesare Petulicchio e Giorgio Maria Condemi, Suona! «suona» come un live cui manca il fattore audience (e in questo ci riporta a simili esperimenti in tempo di lockdown), ma «pensa» come un disco in studio, non tanto per l’unico inedito dallo stesso titolo quanto per l’approccio ai sette brani parzialmente riscritti come fossero anch’essi alla prima uscita.

Un disco ibrido, un meta-live che riprogetta brani nati in studio

I RIPENSAMENTI del due volte Premio Tenco si apprezzano particolarmente su Roma stasera e Cambio la faccia. Nella prima, tratta dall’esordio solista La fine dei vent’anni, il mutamento dell’intro dà luogo a un effetto a catena che smuove l’intero pezzo in termini armonici, ritmici e timbrici; tra basso funky e chitarra fuzz resta la voce a fare da trait d’union tra le due versioni. Cambia la faccia — da Bestie (2012), album dell’era Criminal Jokers — tiene fede al titolo facendo il lifting all’estetica psichedelica che ne dominava strumenti e voci: drum beat leggero, quanto il pianoforte che punteggia la melodia; la voce solitaria si riappropria del brano e i dodici anni che separano le due versioni sembrano almeno il triplo. Altri cambiamenti si giocano sul piano performativo (si confronti la seconda parte di Anime perse con l’originale uscita solo un anno fa) e su quello formale, come per la coda che porta Se continuiamo a correre fino alla soglia degli otto minuti.
«Se non fosse per i testi sarebbe d’inediti», ha dichiarato l’autore a Vanity Fair, lasciandoci con una domanda destinata a restare ancora inevasa: dov’è la soglia tra scrittura e ri-scrittura?

SARÀ NUOVAMENTE il palco, invece — 7 e 8 novembre all’Hacienda di Roma; 17 al Teatro Ariosto di Reggio Emilia; 27 e 28 dello stesso mese al Base di Milano — a dirci quanto Suona! Vol. 1 intenda proporre un nuovo volto durevole a questi brani, e quanto invece esso sia un’istantanea lungo un percorso in cui riscrittura e avvicendamenti tra palco e studio sono la norma.

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