L’altra agenda mondiale. Nuove strade e modifica dei rapporti di forza
Opinioni Oggi, per andare alle radici dei problemi, costruire un'altra agenda mondiale significa cercare di sradicare i pilastri sui quali è basato il sistema di potere attuale. La conferenza internazionale dell'Altra Agenda si terrà giovedì, 28 ottobre, alle 16.
Opinioni Oggi, per andare alle radici dei problemi, costruire un'altra agenda mondiale significa cercare di sradicare i pilastri sui quali è basato il sistema di potere attuale. La conferenza internazionale dell'Altra Agenda si terrà giovedì, 28 ottobre, alle 16.
Il sistema che oggi domina il divenire del mondo è ispirato e guidato dalla logica del potere e del dominio. L’Altra Agenda Mondiale deve essere ispirata e guidata dalla logica della conservazione e rigenerazione della vita, cioé la salvaguardia, la cura e la promozione della vita di tutti i membri della comunità globale della Terra. Cambiare rotta implica avere le idee chiare sulle nuove strade da percorrere e sulle modalità di acquisire le capacità di modificare, seppur parzialmente, i rapporti di forza sociali.
Quali nuove strade?
Oggi, per andare alle radici dei problemi, costruire un’altra agenda mondiale significa cercare di sradicare i pilastri sui quali è fondato il sistema di potere attuale, e di delegittimare i principi che alimentano la forza dei gruppi sociali dominanti.
La finanza privata mondializzata (si pensi ai fondi d’investimento di cui il fondo BlacRock costituisce l’esempio più brutale ma eloquente) e la tecnologia conquistatrice (di cui, per esempio, le imprese GAFAM-Google-Apple-Facebook-Amazon-Microsoft sono la personificazione concreta) sono i due pilastri del potere mondiale da smantellare. La proprietà privata di ogni forma di vita materiale e immateriale e la pretesa dell’inarrestabile artificializzazione della vita sono i due principi da abbandonare. Essi consacrano la potenza dominatrice dell’”uomo” sulla vita. Il caso dei brevetti sui vaccini e la violenza del rifiuto da parte dei poteri dominanti privati e pubblici di accettare addirittura la sola sospensione provvisoria dell’applicazione dei brevetti (eppur prevista nei Trattati WTO-TRIPs) la dice lunga sul carattere totalitario dei due principi.
Le strade dell’Altra Agenda sopra identificate fanno emergere un dato strategico fondamentale. Alla base della potenza dei due pîlastri e della forza dei gruppi sociali dominanti v’è l’appropriazione privata, il controllo politico e l’egemonia culturale sulla e della conoscenza. Per questo i gruppi dominanti si autodefiniscono “knowledge based societies and driven economies”.
Il sistema attuale ha ridotto la conoscenza unicamente a tecnoscienza. Tutte le altre forme e dimensioni della conoscenza sono state neglette, discreditate e marginalizzate. I gruppi sociali dominanti hanno imprigionato la conoscenza in concetti mistificatori quali: efficienza, analisi costi-benefici, concorrenza, e, merito, produttività, mercati della conoscenza, Roi (return on investment), utilità, guadagni, competitività, risorse umane, smart economy, digitalizzazione, transizione ecologica, resilienza.
È possibile modificare i rapporti di forza sociali?
Come dimostrano le conquise sociali del 19° e 20°secolo da parte degli operai, dei contadini, delle donne, dei popoli colonizzati, le strade dell’Altra Agenda devono passare attraverso una trasformazione (non transizione) profonda della percezione, concezione e vissuto della conoscenza Devono passare dalla logica dell’io alla logica del noi. La conoscenza deve essere re-inventata come spirito della vita, l’espressione integrale, collettiva e consapevole della vita, perché essa è coscienza, sentimento di responsabilità comune e ri-conoscimento dell’altro, di tutti gli altri che siamo.
A tal fine, il punto di partenza deve essere un lavoro di denuncia chiara dell’operato inammissibile degli attuali noti predatori della vita e di delegittimazione della loro egemonia culturale acquisita anche con il sostegno di una buona parte dei poteri pubblici. Un lavoro condotto con determinazione in particolare in tre campi: quello dei costi e dei benefici (al di là del principio di utilità), quello delle risorse e della loro gestione (al di là della governanza tecnofinanziaria e degli “stakeholders”), e quello dei valori (al di là della sopravvivenza dei resllienti).
Un lavoro, il cui filo conduttore è promuovere legami per una conoscenza rivolta alla liberazione dell’umanità dalle logiche di potere e di dominio. Tre campi dove oggi è pensabile e indispensabile ricostruire solidi rapporti di cooperazione e di solidarietà tra contadini, operai, lavoratori dei servizi “pubblici”, università, giovani, donne, popolazioni indigene, migranti, lavoratori poveri, i nuovi dannati della Terra.
I gruppi sociali dominanti si dimostrano sempre di più incapaci di risolvere i problemi del mondo. Sarà l’umanità capace di ri-conoscersi?
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