«È una crisi politica acclarata, ma le istituzioni reggeranno». Zalmai Zabuli ci riceve in un ampio salone nel nuovo parlamento, non lontano dal vecchio palazzo Darulaman. Si riferisce allo scontro tra il presidente Ashraf Ghani e il primo ministro Abdullah Abdullah sull’esito delle presidenziali del 28 settembre. Poco meno di due milioni di votanti, così pare. E risultati preliminari contestati prima di essere annunciati. Di fronte a Zabuli, sui due lati di un lungo tavolo di legno, trenta tazze di tè fumante e trenta uomini venuti da Jalalabad. «Tre giorni a settimana raccolgo i reclami della gente», spiega il titolare...