L’allerta di Atene
Grecia Tsipras spera in un «new deal» con l’Eurogruppo e conferma: «Rispetteremo le promesse elettorali». Rappresentante Ue della troika si incontra con il vicepremier nella capitale greca
Grecia Tsipras spera in un «new deal» con l’Eurogruppo e conferma: «Rispetteremo le promesse elettorali». Rappresentante Ue della troika si incontra con il vicepremier nella capitale greca
Alle porte di un compromesso storico: è questa la situazione in cui sembrano essere atene e i suoi partner europei.
Questo new deal che sarà messo domani sul tavolo delle trattative nella riunione di emergenza dell’Eurogruppo, sarà discusso il giorno dopo al vertice Ue e – se tutto va bene – sarà varato il 16 febbraio alla riunione ordinaria dell’ Eurogruppo, garantendo la liquidità ad Atene con dei pressupposti precisi affinché – vale a dire entro il giugno prossimo – Alexis Tsipras presenta il piano di risanamento quadriennale dell’ economia greca senza scomodare ulteriormente i partner europei, ne i correntisti tedeschi che secondo le fanfaluche di Schaeuble, «sono sempre loro a pagare per i greci».
Che ci troviamo a pochi passi da questo deal e non di fronte ad una rottura, come sostiene gran parte della stampa internazionale per fare pressing su Atene, si capisce da una lettura attenta delle dichiarazioni di dirigenti europei, ma anche da fondi vicine al premier greco che esprimono ottimismo.
Il premier Tsipras, sabato scorso ha presentato le linee programmatiche del suo governo e ha escluso ogni prolungamento dell’attuale memorandum e del monitoraggio della troika, chiedendo un nuovo accordo per rinegoziare il debito di Atene nell’ambito di una «intesa comune con i partner per l’ interesse di tutti».
Atene ha bisogno di una moratoria del pagamento del debito, ovvero di un programma di transizione a breve scadenza (accordo -ponte) per recuperare i fondi per la crescita e non un salvataggio perenne tramite nuovi finanziamentii da parte della troika (Fmi, Ue, Bce).
Alla Bce, si è aggiunta la Spagna, tramite il suo premier. Rajoy ha chiarito ieri che «la Grecia o chiede un prolungamento dell’ attuale programma di risanamento (ovvero una nuova austerity, ndr.) oppure niente».
Alleata ai governi della eurozona che non vogliono sentirne parlare delle richieste di Atene l’agenzia Standard and Poor’s che ha declassato il rating della Grecia da B a B-. Alla Francia e all’ Italia, invece, che pur allineandosi alla fine con la cancelliera tedesca sulla linea della fermezza, non vedono di cattivo occhio le richieste greche – perché affrontano problemi simili (debito, ecc.)- si è aggiunta ieri l’ Austria. Il cancelliere austriaco, Werner Faymann, con un ruolo da intermediario tra Berlino e Atene, dopo il suo incontro con Alexis Tsipras a Vienna, ha detto che «bisogna trovare una soluzione di compromesso tra il vecchio programma di risanamento dell’ economia greca e al programma del nuovo governo» greco.
La necessità di trovare un new deal tra Atene e Berlino, è sostenuta in un rapporto dalla Commerzbank, la seconda banca tedesca per grandezza e la stessa Gran Bretagna, principale partner commerciale dei paesi della zona euro.
David Cameron che teme l’effetto contagio sui mercati finanziari da una possibile uscita della Grecia dalla zona euro, ha convocato ieri una riunione per riesaminare i piani di emergenza del suo governo nel caso di un Grexit.
Contraria a ogni forma di austerity irragionevole e rischiosa è la Casa Bianca che non incide sui fatti interni dell’ Ue, ma preme per una soluzione visto che una rottura potrebbe avere ripercussioni globali. Per Atene Londra e Washington sono di fatto in questo momento alleati buoni.
Che tutte le parti, esclusione fatta per Berlino, si rendano conto che serve una soluzione di compromesso, si capisce dal viaggio lampo ad Atene del capo dell’Euroworking group e del rappresentante dell’Ue alla troika che si sono incontrati con il vice-premier e il ministro delle finanze greco per discutere le proposte che Atene sta preparando per presentarle domani alla riunione dell’ Eurogruppo. Le premesse sono incoraggianti, nonostante «l’isolamento di Atene».
Intanto stasera si conclude con il voto di fiducia al nuovo governo il dibattito parlamentare sulle dichiarazioni programmatiche di Alexis Tsipras, il quale tra l’altro ha annunciato un insieme di misure per far fronte alla crisi umanitaria: salario minimo a 751 euro, assunzione dei 3.500 dipendenti pubblici licenziati dalla troika, restituzione della tredicessima ai pensionati. Ha deciso la sospensione dei pignoramenti sulla prima casa, alloggio, cibo e elettricità gratis per 300.000 famiglie vittime dell’ austerity, assistenza medica gratuita per i disoccupati, abrogazione delle
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