In attesa dell’uscita del nuovo album in Autunno che seguirà il fortunato 7 di quasi tre anni fa, Ligabue fa quello che ama di più e che a suo avviso gli riesce meglio: suonare dal vivo. Lo fa lanciando una canzone inedita, Riderai, che s’incastra nei due concerti che il cantautore di Correggio ha tenuto a Roma e Milano, in spazi ridotti come il Largo Venue e i Magazzini Generali.  Una dimensione quella del club già saggiata e servita a Ligabue e alla sua rodatissima ed energizzante band per mettere a punto un suono che maschera i brani in modo apparentemente spoglio, ma in verità ammantati da arrangiamenti sofisticati e raffinatissimi, pur se meravigliosamente soffocati dall’amore dei fan che cantano tutte le canzoni dalla prima all’ultima. Il rocker più di altri ha saputo applicare alla forma canzone un’inedita classicità che recupera radici inattese e sorprendenti sia nella composizione sia nei testi che nelle musiche

IL RECENTE e celebrativo Campovolo sembra un ricordo, non lontano, ma sostanziale per capire come Ligabue sia un abilissimo sperimentatore: in trent’anni e passa di carriera, più di altri ha saputo applicare alla forma canzone un’inedita classicità che recupera radici inattese e sorprendenti sia nella composizione sia nei testi come nei luoghi in cui devono prendere forma. Dunque, ai Magazzini Generali, in questa – e si ritiene non isolata – prospettiva, l’ascolto di canzoni come Piccola stella senza cielo e Tutti vogliono viaggiare in prima classe suggerisce un aggancio con l’estremo Springsteen, talmente palese anche nelle movenze del rocker emiliano sul palco. Questo va al di là del successo che alcune di queste hanno avuto nel tempo. Infatti, anche la scaletta del concerto non lascia dubbi al fatto che Ligabue abbia voluto rimescolare le carte, mettendo al centro la leggerezza di Riderai, in un tempo che definisce come questo “atroce” e non dimenticando l’impegno di Il mio nome è mai più. Tutto si tiene, infine, in piedi con il pirotecnico e sudatissimo falso finale di Urlando contro il cielo, terreno di presentazione della band, guidato dalla “capitaneria” di “Fede” Poggipollini, immediatamente – qui a Milano – doppiato da Leggero.