L’allarme per il riconteggio delle schede nulle è un po’ esagerato
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L’allarme per il riconteggio delle schede nulle è un po’ esagerato

Giunta per le elezioni Forza Italia vuole cambiare le regole alla camera per salvare un suo candidato bocciato in Calabria. Il movimento 5 Stelle protesta. A rischio concreto sarebbero un paio di seggi per i quali è stato presentato ricorso
Pubblicato più di un anno faEdizione del 25 maggio 2023

Niente audizioni di esperti, come se ne fecero nella scorsa legislatura, ma allora si trattava della prima applicazione della legge elettorale Rosatellum. Questa volta la giunta per le elezioni della camera dei deputati è pronta a votare, martedì prossimo, i criteri con i quali valutare la validità dei voti sulle schede elettorali, in caso di contestazioni. E votare a maggioranza, com’è successo per escludere le audizioni. La destra ha un vantaggio di sei voti in giunta per cui non avrà problemi ad approvare anche l’emendamento di Forza Italia che per le schede nulle cambia le regole rispetto a quanto il Viminale aveva previsto nel manuale consegnato come guida agli scrutatori nei seggi, lo scorso 25 settembre.

A gridare allo scandalo è soprattutto il Movimento 5 Stelle. Una sua deputata, Anna Laura Orrico (anche componente della giunta) è sotto ricorso da parte di Andrea Gentile, ultimo arrivato di una dinastia politica cosentina che ha contestato 805 schede dichiarate nulle (su 6.107) nel collegio uninominale 2 della Calabria, da lui clamorosamente perso in favore di Orrico per soli 482 voti. La regola che Forza Italia vuole cambiare è quella al punto 8 della bozza dei «criteri»: una scheda è nulla quando risulti segnata più di una lista proporzionale a sostegno dello stesso candidato all’uninominale.

Una conferma: fin qui una doppia X (o una X tanto grande da comprendere in parti uguali più liste) è sempre stata valutata un segno di riconoscimento della scheda, più che l’espressione di una chiara volontà dell’elettore. E così è scritto nel manuale del Viminale. Il tentativo di Forza Italia di cambiare le regole, rendendo valide le schede con il doppio segno, è in realtà lo stesso che fece il Pd nella scorsa legislatura, sempre con i 5 Stelle contrari. La spiegazione è semplice: solo le coalizioni di liste sono esposte a questo rischio di invalidamento. Rischio che peraltro non c’è nelle elezioni comunali e regionali, dove in casi analoghi il voto viene riconosciuto ai candidati sindaci e presidenti. Il discrimine però è la legge elettorale.

Perché il Rosatellum prevede che i voti assegnati nei collegi uninominali siano sempre uguali a quelli assegnati nella parte proporzionale, tant’è vero che quando l’elettore segna solo il simbolo del candidato all’uninominale, e nessuna lista, quel voto viene ripartito proporzionalmente tra le liste coalizzate. Con la modifica proposta da Forza Italia salterebbe questa uguaglianza e il voto con la doppia X sulle liste sarebbe conteggiato solo per l’uninominale. Il nuovo criterio modificherebbe così nella sostanza la stessa legge elettorale, tant’è vero che il presidente della giunta per le elezioni Fornaro (Pd) che non ha il potere di dichiararlo inammissibile potrebbe chiedere un parere alla giunta per il regolamento.

Nel frattempo però Gentile spera e i 5 Stelle protestano, non tanto per la sorte di Orrico che sarebbe comunque recuperata nel proporzionale, ma per quella di un’altra loro deputata eletta al termine degli infernali rimbalzi del Rosatellum, Elisa Scutellà. Il partito di Conte ha commissionato uno studio al tecnico informatico Michele Guaitini, incidentalmente segretario dei radicali di Perugia, presentandolo poi come la prova che nel caso fosse accolto l’emendamento di Forza Italia, pensato chiaramente per ripescare Gentile, per via dell’effetto flipper della legge elettorale cambierebbe l’assegnazione di una trentina di seggi.

A rischio sarebbero anche deputati molto noti come Bossi, Speranza e Cuperlo. Ma si tratta, come spiega più correttamente lo stesso Guaitini al telefono, di semplici stime probabilistiche, non avendo a disposizione i verbali delle sezioni e non potendo conoscere il motivo dell’annullamento delle schede. I seggi veramente in discussione, probabilisticamente, sarebbero non più di sette. E c’è un particolare non irrilevante: il regolamento della giunta prevede che si possano esaminare solo i ricorsi presentati entro 20 giorni dalla proclamazione. Quindi a meno di un’improbabile riapertura dei termini, i seggi che possono cambiare sono i quattro per i quali è stato presentato ricorso. Di cui solo due con un margine di dubbio: quello uninominale assegnato a Orrico a Cosenza e quello proporzionale di Ravenna-Ferrara assegnato ad Alice Buonguerrieri di Fratelli d’Italia.

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