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L’alieno Samba senza identità

L’alieno Samba senza identitàOmar Sy

Al cinema Amore e sans papiers in «Samba», il nuovo film dei registi di «Quasi amici» con Omar Sy e Charlotte Gainsbourg

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 23 aprile 2015

All’indomani del naufragio dove hanno perso la vita circa 800 persone, la tragicommedia dell’assurdo che è al cuore di Samba sembra ancora più amara. L’insensatezza di poter esistere solo in virtù di un pezzo di carta se si emigra dal proprio paese nella «civile» Europa assume, oggi, una sfumatura ancora più cupa.

Samba, interpretato da Omar Sy, viene dal Senegal e questo pezzo di carta non l’ha mai avuto: è uno dei tanti sans papiers che vivono e lavorano illegalmente a Parigi, dove il protagonista si trova ormai da dieci anni. Scovato dalle autorità, per evitare il rimpatrio si rivolge ad un’associazione di volontari dove opera la strampalata Alice (Charlotte Gainsbourg). Dopo il record d’incassi del precedente Quasi amici (2011), le aspettative per il nuovo film sono alte, ma gli stessi Toledano e Nakache si dimostrano consapevoli del fatto che il tema affrontato questa volta non è fra i più graditi al grande pubblico, nonostante in patria il film abbia comunque fatto registrare 3,5 milioni di spettatori.

https://youtu.be/-tqzwbjy0WQ

Certo, il veicolo è sempre quello della commedia sentimentale intorno alla liaison fra Samba e Alice, ma al centro della storia resta la condizione terribile dei sans papiers. Il film ruota infatti intorno all’identità necessariamente sfuggente del protagonista: per lavorare ha bisogno di documenti falsi – possono essere di un altro ragazzo nero, perché a nessuno importa davvero saperlo distinguere da un’altra persona.

Così per andare in giro senza attirare l’attenzione della polizia deve vestirsi da uomo d’affari, anche se ambisce a diventare un cuoco. E il suo stesso nome può e deve essere sacrificato alla necessità di restare in Francia, fino a quasi annullare la sua identità. La love story è invece giocata, come già in Quasi amici, sull’incontro degli opposti: da un lato una business woman reduce da un esaurimento nervoso per il troppo lavoro e dall’altro un uomo che farebbe di tutto per poter lavorare. I due registi cercano di mettere in discussione con allegria – ma in modo fin troppo convenzionale – anche gli stereotipi sociali, inserendo qualche riferimento cinefilo quando Alice/Charlotte Gainsbourg, parlando della sua nevrosi, fa una chiara allusione al suo ruolo in Nymphomaniac di Lars Von Trier.

Come da onorata tradizione, Samba traspone così un dramma attuale e vivo in un contesto leggero, dipingendo una realtà sofferente e complessa come quella dei migranti con tinte monocromatiche e irrealmente positive, in una fuga dalla realtà resa però difficile, anche dentro la sala cinematografica, dall’attualità stessa.

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