Diviso in sette capitoli, ciascuno dedicato a un aspetto, Il mercato dell’arte Le regole del gioco, volumetto svelto e ben illustrato (pp. 284, figg. 79, euro 24), non è né un compendio né una ricognizione manualistica. Ed è comprensibile: un universo tanto variegato e complesso, nel quale nulla conta quanto l’esperienza e il caso mette il più delle volte lo zampino, non si presta a una trattazione compunta e didascalica, perciò l’autore, Simone Facchinetti, ha scelto di descriverlo attraverso l’esposizione, spesso ironica e brillante, di casi esemplari e talora paradossali, di detti memorabili, di ritratti e di incontri.
Non che in questo mondo di collezionisti e mercanti l’abilità non esista, ma, come accade nel gioco delle carte, vi sono infinite variabili, le buone e le cattive mani, e molti possibili bluff. Si racconta nel libro che l’antiquario francese Raymond Hekking, ritrovatosi in possesso di una copia seicentesca della Gioconda, cercò di farla passare per l’originale leonardesco, inventando la storia di un presunto scambio, avvenuto in seguito al celebre furto del 1911, e scrisse una perizia che era un magistrale impasto d’improntitudine e di ciurmeria. Tanto si adoperò che i suoi discendenti hanno potuto vendere il quadro alla cifra sorprendente di 3 milioni in un’asta da Christie’s, nel giugno 2021.

Vi sono opere che si rivelano false col tempo, altre che vengono proditoriamente spacciate per vere. Una base d’asta particolarmente bassa può essere qualche volta un buon indizio di dubbia autenticità, altre volte no. Capita talora che l’autore di un quadro venga dichiarato «seguace di», quando invece non si tratta che di una copia più tarda. Nel complesso sembra che le norme che regolano le quotazioni di un dipinto somiglino un po’ a quelle che governano gli amori nelle commedie di Marivaux, dove la sorpresa e l’incostanza hanno la loro parte e il successo dipende da una certa souplesse. Non è, d’altronde, quello del collezionista verso gli oggetti, un rituale di corteggiamento?

La metafora più utilizzata da Facchinetti è quella del gioco, dove, al pari che negli sport, si impara, appunto, giocando. Così nel capitolo Sfera di cristallo. Previsioni, vaticini e scivoloni clamorosi s’inizia con un paragone fra le aste e le corse dei cavalli: «il mercato segue spesso leggi irrazionali, tuttavia, anche in mezzo al caos si può trovare un barlume di verità. Un esercizio utile è provare a scommettere, non facendolo realmente, e andare a controllare i risultati. Verificare se siamo stati in grado di intuire l’andamento di un mercato apparentemente imprevedibile». Seguono alcune prove di questa elusività, come quella del Doppio ritratto di Jan Sanders van Hemessen, stimato 4-6 milioni di dollari e battuto oltre i 10 in ragione del fatto che «i due coniugi ritratti si stanno allegramene sfidando a un gioco da tavolo, un antenato del moderno back-gammon» e «questo elemento, che in apparenza azzera il tempo fra noi e loro», ha giustificato l’alto risultato.

Alcuni collezionisti hanno saputo intuire le predisposizioni della propria epoca; altri invece ne hanno anticipato le future: John Charles Robinson acquistò la Cacciata dei mercanti dal Tempio di El Greco nel 1877, quando le avanguardie non avevano ancora decretato la modernità dell’artista, sicché a pagarlo bastò il prezzo assai modesto di 24 ghinee. La polpa dell’arte non può essere gustata senza passar dalla buccia della moda, e siccome ogni moda ha in sé qualcosa di capriccioso, la sezione Scie del gusto raccoglie diiversi insegnamenti di vanitas vanitatum che vennero impartiti nei vari anni a questi vanitosi adunatori di cose belle.

Facchinetti si muove a suo agio, con uno stile che fa pensare a una piccola, agile navicella nel mare insidioso. In questo eterogeneo materiale (in parte tratto da una rubrica tenuta su «Alias-D»), che non pretende mai di farsi calcestruzzo, il contrappunto è affidato alle voci di alcuni maestri, Carlo Ginzburg o Keith Christiansen. Alla fine viene da chiedersi se l’equivalente romanzesco più prossimo non siano le detective stories, i racconti dei corsari o i film di Michael Curtiz tratti da Rafael Sabatini…