Mentre la leader Alice Weidel si spolmona per rendere presentabile il suo partito incistato di neonazi provando a concentrarsi unicamente sulla costruzione del nuovo gruppo Ue dei Sovranisti, arrivano due colpi devastanti per la maschera istituzionale di Afd.

Il primo lo sferra il Tribunale amministrativo di Monaco confermando il via libera al controspionaggio per continuare a indagare la «forza politica sospettata di attività anticostituzionale»; il secondo, invece, lo incassa Bjorn Höcke, capo di Der Flügel, la corrente più nera di Afd radicata in Turingia: per la seconda volta è stato condannato a una multa (16.000 euro) dal tribunale di Halle per aver scandito consapevolmente lo slogan nazista «Tutto per la Germania» in un comizio pubblico.

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Altre due macchie indelebili sul doppiopetto del secondo partito tedesco, già costretto a raccattare in Europa giusto gli alleati rimasti tagliati fuori dai grandi giochi della destra: secondo Der Spiegel la variopinta lista di aspiranti partner sul tavolo di Afd comincia con la Konfederacja polacca e gli ungheresi di Mi Hazánk e finisce con Sos Romania e gli spagnoli di Se Acabó La Fiesta.

Troppe idee e pure confuse: i contatti sono stati interrotti dopo la constatazione di Alice Weidel per cui molti “amici” sono troppo estremisti (perfino) per Afd, che resta pur sempre un partito istituzionale con deputati al Bundestag e all’Europarlamento.

Il rischio di ritrovarsi isolata nella sfera dell’ininfluenza insieme agli scarti politici di Marine Le Pen e Giorgia Meloni è l’incubo di Alice Weidel, eppure finché continua la messa all’indice del suo partito ogni altro girone della destra è irraggiungibile.

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«Ci sono dichiarazioni basate sulla dimensione etnico-biologica delle persone che violano la dignità umana. Contro i musulmani, secondo Afd, si dovrebbe creare uno scenario di minaccia e orrore mentre i tedeschi con passato migratorio verrebbero esclusi dalla società. Sono affermazioni ben oltre le legittime critiche al governo consentite a un partito di opposizione, e non si tratta di gaffe verbali di singoli esponenti di Afd». Con queste cristalline parole il presidente della trentesima camera del Tribunale amministrativo di Monaco, Michael Kumetz, ha respinto ieri il ricorso di Afd che chiedeva la fine dell’asfissiante controllo da parte dell’Ufficio per la Protezione della Costituzione disposto due anni fa.

Così, i servizi segreti continueranno il monitoraggio a 360 gradi di tutte le attività del partito in Baviera, compresa l’intercettazione di telefonate, chat, riunioni e qualunque altra iniziativa sospetta degli alternativi dell’ultradestra.

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Decisione esemplare, plaude il ministro degli Interni della Baviera, Joachim Herrmann (Csu), rincarando la dose: «Ora è importante continuare a controllare da vicino lo sviluppo di Afd». Mentre per il segretario generale dei cristiano-sociali, Martin Huber, «i giudici confermano l’ovvio: Afd è una seria minaccia per la nostra Costituzione».