Helge Limburg è membro del Bundestag tedesco, eletto nella Bassa Sassonia con i Verdi, la seconda forza del «governo semaforo». Fa parte della Commissione giudiziaria del parlamento ed è portavoce degli Affari legali del partito ecologista.

Lo stop della Corte costituzionale federale all’estradizione è arrivato ieri mattina, appena un’ora dopo la consegna di Maja T. all’Ungheria. La polizia si è mossa nel cuore della notte per evitare il controllo dei giudici?

Ci sono molti dubbi sulle modalità d’azione della procura generale. Davvero non ci sono ragioni per cui questa operazione sia stata fatta di notte, con tale fretta. Sì, ci sembra proprio una mossa per scavalcare ogni eventuale decisione della Corte suprema. E questo è inaccettabile.

La Corte ha ordinato di riportare indietro Maja. Cosa può accadere adesso?

La procura generale di Berlino deve presentare un’istanza per far tornare Maja in Germania. Ha questa responsabilità, lo ha stabilito la Corte suprema. È un ordine, non una scelta. Mi aspetto che la procura obbedisca.

Ritiene che una persona queer possa avere un trattamento equo nelle carceri ungheresi?

Ne dubito. Abbiamo seguito il caso di Ilaria Salis, le catene, le manette e i ceppi. Non avevo mai visto nulla di simile in un paese democratico dell’Unione europea. Tenendo a mente questo, dubito fortemente che Maja possa avere un trattamento giusto nel sistema giudiziario e nelle prigioni ungheresi. Del resto la Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione contro l’Ungheria per violazione dello stato di diritto. Anche per questo ho dei dubbi che una persona lgbtq possa essere trattata con equità. Sappiamo bene che per anni il governo ungherese ha fatto campagna contro le persone lgbtq.

Maja verrà portata in un carcere maschile o femminile?

Allo stato attuale non lo sappiamo. Mentre parliamo sembrerebbe si trovi in un commissariato di polizia di Budapest, ma non abbiamo conferme ufficiali.

I Verdi sono il secondo partito del governo della Germania. Cosa intende fare il vostro esecutivo per proteggere i diritti fondamentali di una cittadina tedesca prigioniera in Ungheria?

La settimana prossima contatterò gli Affari esteri, la viceministra Anna Lührmann, che è del nostro partito. Vedremo come possiamo muoverci. Ovviamente l’ambasciata tedesca è informata e capiremo cosa può fare. Ma ribadisco: la principale responsabilità di questa situazione è in capo alla procura di Berlino. La Corte suprema è stata molto chiara sui suoi doveri: deve riportare Maja in Germania.

Le inchieste ungheresi sugli antifascisti si basano su quelle delle procure tedesche. C’è un tentativo di esternalizzare i processi?

Non ho prove per dirlo. Non credo ci sia un’esternalizzazione sistematica. La Germania è stata tra i principali sostenitori della cooperazione di polizia a livello Ue, ma quando abbiamo iniziato questo processo eravamo sicuri che in tutti i paesi membri sarebbe valso lo stato di diritto. Adesso abbiamo dei dubbi che in Ungheria sia ancora così. La giustizia tedesca deve tenerne conto.