Sulla proposta di «liberazione anticipata speciale» del deputato di Italia Viva, Roberto Giachetti, la maggioranza di governo si spacca.  Le ripetute promesse di un immediato provvedimento ministeriale che alleggerisca l’insostenibile sovraffollamento carcerario schizzato di nuovo a livelli da condanna europea – l’ultima ieri da parte del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari che ha assicurato un decreto «entro fine luglio», facendo slittare ulteriormente la data dei sogni – sono così poco credibili ormai che neppure Forza Italia si presta più al gioco.

Il decreto «ghost» di Nordio, lo chiama Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa Penitenziaria; e probabilmente la sua «netta sensazione che il testo sia ancora tutto da scrivere» è solo perspicacia. Fatto sta che, arrivati a più di 14.500 detenuti oltre i posti regolamentari, a 48 reclusi e 4 agenti suicidatisi dall’inizio dell’anno, finalmente si apre un varco anche nella maggioranza: il deputato azzurro Pietro Pittalis, vice presidente della commissione Giustizia, intervistato da Repubblica ha annunciato  il sì di Forza Italia all’unica proposta di legge sul piatto da tempo – e da tempo bistrattata e boicottata da Fd’I, dal ministro Nordio e anche dal M5S – che dovrebbe arrivare in Aula alla Camera il 17 luglio, ma senza relatore. La pdl Giachetti- Bernardini prevede di aumentare i giorni di liberazione anticipata da 45 a 60 (in alcuni casi 75) per buona condotta.

«Non possiamo più stare a guardare perché servono risposte immediate», ha spiegato Pittalis. Mentre la svolta del suo partito è stata accolta «con grande soddisfazione» dal capogruppo di Iv alla Camera, Davide Faraone: «Ora auspichiamo – incalza il deputato – che anche gli altri partiti della maggioranza e soprattutto il ministro Nordio seguano l’esempio dei loro alleati di governo». Ostellari però ha ribadito ancora ieri che il decreto a cui starebbe «lavorando» il Guardasigilli non prevede sconti di pena e si limiterebbe a istituire un albo delle comunità di accoglienza per i detenuti che non hanno un luogo dove poter scontare i domiciliari. Passerebbe invece per il parlamento la norma caldeggiata da Lega e Fd’I per velocizzare l’applicazione dell’attuale sconto di pena devolvendo ai direttori di carcere la decisione che attualmente è in mano ai magistrati di sorveglianza.