Internazionale

LACMA, prove di museo

LACMA, prove di museo

C’è fermento su Wilshire boulevard dove il museo d’arte di Los Angeles, LACMA, medita importanti interventi architettonici al campus recentemente ripensato da Renzo Piano che ha cancellato  una strada e […]

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 5 maggio 2013
Luca CeladaLOS ANGELES

C’è fermento su Wilshire boulevard dove il museo d’arte di Los Angeles, LACMA, medita importanti interventi architettonici al campus recentemente ripensato da Renzo Piano che ha cancellato  una strada e aggiunto due edifici e creato una “piazza” centrale, una risistemazione molto apprezzata di un complesso storicamente problematico e caratterizzato da una stratificazione di stili architettonici incompatibili in successivi decenni.

Sotto la direzione di Michael Govan, giovane direttore con forte senso dei “fundraising”,  il museo è un gran successo di pubblico e di  bilancio ma stenta tuttavia a trovare un senso progettuale unitario. Dieci anni fa  il compito era stato affidato a Rem Koolhaas il cui progetto prevedeva una demolizione integrale e un nuovo complesso di edifici sotto una “tenda” sospesa. All’epoca non vennero trovati i soldi e si preferì l’intervento “limitato” di Piano.

L’architetto genovese firmerà anche un ultima aggiunta – l’atteso museo del cinema sponsorizzao dall’Academy  che dovrebbe anche colmare la penosa lacuna che riguarda la storia dell’industria cui la città deve praticamente l’esistenza. La nuova ala manterrà la struttura del vecchio edificio May Company che ancora l’angolo sudoccidentale del museo all’angolo di Faifax. Nel frattempo però Govan sta per presentare un nuovo ambizioso progetto commissionato allo svizzero Peter Zumthor, vincitore del premio Priztker nel 2009. Si tratta come nel caso di Koolhaas di un aggiornamento radicale che prevede la demolizione di quattro grandi edifici costruiti fra gli anni ‘ 60-’80 che verrebbero rimpiazzati da una nuova  struttura edificata,  più orizzonatale e “leggera” rispetto all’attuale stile “bancario”.

Un progetto dal costo di oltre $500 milioni  che al minimo denota un forte ottimismo  di una delle maggiori istituzioni culturali della città che in tempo di crisi sembra disposta ad una spesa enorme per sostituire palazzi parecchio brutti ma nondimeno perfettamente funzionanti.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento