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La Yes Campaign di Jon S. Baird

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Ultravista «Gli artisti e le persone creative sono più ribelli e meno conservatrici. Abbiamo la forza di immaginare qualcosa di diverso»

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 20 settembre 2014

Gli scozzesi che voteranno Yes, non hanno avuto il sostegno dei media. Ad eccezione del Sunday Herald tutta la stampa scozzese si è schierata a sostegno dei “No”.

Definiti “egoisti, infantili e folli”, come ha titolato il Times nell’ editoriale di Melanie Reid “Scozzesi egoisti che non sanno quanto sono fortunati”.

Una campagna referendaria che nelle utime settimane si è tutta concentrata sulla fragilità politica e sull’incompetenza di Alex Salmond,  (paragonato addirittura dal Telegraph a Robert Mugabe). Contestata aspramente la decisione di voto solo agli Scozesi residenti, quelli che vivono fuori dai confini, in qualsiasi altra parte della Gran Bretagna e del mondo non potranno votare. Una campagna dei “no” aguerrita, che ogni giorno colora uno scenario apocalittico, su pagine di giornali e riviste.

Il Daily Mail ha adirittura rispolverato le foto di Hitler e Napoleone per l’articolo di Dominic Lawson che rivisitando la storia del paese, ricordava le gesta degli Scozzesi uniti agli Inglesi a sconfiggere i potenti avversari. Anche la BBC ha giocato la sua parte nei dibattiti e telegiornali, a sostegno dei No. Persino le previsioni meteo sono state tirate in ballo, che prevedono il bel tempo in Scozia, e questo incoraggerà gli anziani -“nazionalisti” ad uscire per votare. Una campagna caratterizzata dai toni minacciosi della Bank of Scotland e Loyds, che nel caso di una vincita dei Yes, sposteranno le loro sedi fiscali, fuori dal confine Scozzese. Usando tutti gli stratagemmi  la battaglia mediatica ha generato un clima molto negativo contro i Yes.

Ma, Il Guardian, che non ha proprietari, è l’unico giornale nazionale che ha dato ampio spazio ai non rappresentati. Tra questi molti artisti e intellettuali scozzesi e non, si sono schierati a sostegno del Yes, con la loro creatività ed energia, rappresentano la vera risorsa, per una forte contro-informazione.

Più di 1,300 di loro hanno sottoscritto una lettera, che ha galvanizzato tutto il territorio. Ciascuno a loro modo si è attivato per contribuire alla campagna. Attacchi al vetriolo ha lanciato ad Edimburgo dal suo palco, il bravissimo comico Frankie Boyle. Molto presente è l’attore e regista Peter Molland, che ha rilasciato dichiarazioni alla stampa locale sulla sua posizione a favore dell’indipendenza. Importante è stata la posizione assunta da quelli che non potranno votare, in quanto residenti fuori dalla Scozia, tra questi Sean Connery,, lo scrittoe Ianin Banks, l’attrice Elaine C Smith (che ha scritto sul Sunday Herald). Si sono mosse pure le stars di Hollywod  come Gerald Buttlers (300). E’ arrivato il supporto del’attore Brian Cox (X2, Troia, The Bourn Identity, Braveheart), che ha fornito forse una delle armi più potenti, prestando la sua voce a Duggy, la mascotte del movimento indipendente, il cane che da luglio è protagonista di divertentissimi cartoni animati, con un umorismo tutto scozzese, ultra cliccati su YouTube (@Duggy-Dug).

Lo zoccolo duro delle corporazioni mediatiche, che è alla sorgente della situazione politica e che ha creato le circostanze del referendum, si combatte con un’infuocata campagna pro YES, che necessariamente, si estende e fiorisce in altri luoghi: Il web, le pagine facebook aperte per occasione, e sopratutto Twitter. Tra questi ci sono i tweets dell’attore Martin Compston ( protagonista di Sweet Sixteen di Ken Loach e poi in The Desaperance Of ALice Greed, Red Road di Andrea Arnold e Filth di Jon S Baird).

Uno dei registi molto presente con i suoi tweets è Jon S BAird (il suo indirizzo @jonsbaird). Regista e scrittore è emerso con il suo film Filth, che con l’energia alla Trainspotting, ambintato ad Edimburgo, vede protagonista James McAvoy; nei panni di un poliziotto corrotto, maniacodepressivo. Baird,, nato nel 72 ad Aberdeen, vive a Londra, promessa del nuovo cinema scozesse, ha appena terminato le riprese di Babylon, prodotto da Danny Boyle. Nella campagna pro Yes i suoi Twitters sono infuocati, collegato a molti elettori, mantiene un dialogo inteso. Ci siamo proprio incontrati via twitter e dopo una serie di primi messagi gli ho inviato delle domande a meglio sondare la sua posizione di filmmaker  nella campagna.

Perchè sostieni la campagna dei la Yes, come filmmaker che lavora nel Regno Unito e a livello internazionale? 

: “Sostengo la campagna dei Yes, perché penso, che la produzione cinematografica scozese potrà avere maggiori possibilità di sviluppo e si potrà maggiormente sviluppare in una Scozia indipendente.

La Scozia, come territorio, ha delle location incredibili, offre delle possibilità paesaggistiche uniche al mondo, con una varietà di mare e colline e colori straordinai. Ma la realtà è ch e non c’è mai stata una volontà politica capace d’interessarsi e sostenere la sua ricchezza, di portarla avanti, e farla conoscere. Edimburgo è una città bellissima, le coste della Scozia sono bellissime, Dundee, Aberdeen sono posti unici, ma quando si vedono al cinema? Inoltre abbiamo in Scozia, un abbondante numero di talenti, che lavorano in tutti i settori del cinema, attori, registi, sceneggiatori, montatori, direttori della fotografia e costumisti. Ma non abbiamo mai avuto degli studi cinematografici, è tutto decentrato, non ci sono strutture, non ci sono sale di montaggio. Questo è ridicolo e non c’è nessuna logica per comprendere questa situazione. C’è una evidente mancanza d’interesse a valorizzare la cultura scozzese, fatta di luoghi persone e storia. La Scozia potrebbe, come del resto mote altri paesi stanno facendo al momento, offrire al cinema degli incentivi fiscali, per stimolare le società di produzione a lavorare nel territorio. Sono convinto che se la Scozia avesse più indipendenza sui suoi affari finanziari questo potrebbe accadere. La cosa che secondo il mio punto di vista è più importante è garantire una sicurezza creativa, un’idipendenza nelle idee. La Scozia storicamente non è mai stata una nazione sicura di sé (per molte ragioni che non sto qui ad elencare) e per questo sono convinto che essere indipendente e autosufficiente garantirebbe al nostro potenziale creativo, maggiore fiducia, per consentire a noi stessi di esprimere a pieno noi stessi artisticamente, di far fiorire la nostra identità.”

Negli ultimi venti anni, ad una sorta di rinascita della culturale Scozzese, quanto questa tendenza ha contribuito ai nuovi movimenti della politica? 

: “In realtà credo che il punto sia che la Scozia non ha ancora avuto un movimento culturale e una rinascita forte, in grado di riflettere o influenzare la tendenza politica del paese ed è per questo che tu puoi vedere tale supporto alla Yes Campaign da parte di artisti e intellettuali.

È una mancanza di identità culturale che rivendichiamo sostenendo la nostra campagna d’indipendenza. La nostra volontà è raddoppia ultimamanete con la situazione politica attuale del Regno Unito. Caratterizata da un sistema politico verso un liberalismo sfrenato, che sta spingendo molte persone a sostenere l’indipendenza.”

Come mai così tanti sostenitori della Yes Campaign sono registi, scrittori e artisti? 

Credo che gli artisti e le persone creative sono più ribelli e meno conservatrici. Abbiamo una forza per immaginare qualcosa di diverso, il coraggio di credere che le cose possono muoversi in direzioni più autentiche. Creatività e cambiamento vanno insieme, ed è per questo che molte persone creative stanno cercando nuovi campi per esprimere loro stessi, la loro cultura e la loro identità. E’ un momento molto importante, non c’è nazionalismo, come molti giornali hanno detto, ma c’è un desiderio di determinare la direzione del nostro futuro sociale e politico.” .

Il tuo sguardo sugli eventi politici di questo momento come si sta attivando, hai in progetto un film o un documentario per raccontare questi eventi? 

Si vorrei fare un film su questo eccitante periodo. Ma al momento mi concentro a vivere il momento, come scozzese. Avrò bisogno di crearmi una distanza dagli eventi, per appropriarmi di una prospettiva o qualcosa di veramente personale”. 

Ringraziandolo gli auguro buona fortuna, e spero che la campagna si concluda a suo favore, rispondendo ad uno dei suoi ultimi Twiet “verso Edimburgo per assistere ad un momento storico nella storia della Scozia, in compagnia di @williamsonkev (strittore) e @IrvineWhelsh (poeta).”.

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