Tutto ha origine con Gosford Park. Nel lontano 2001 Robert Altman mette in scena uno script di Julian Fellowes ambientato nel 1932 in una grande residenza della campagna inglese dove una famiglia aristocratica organizza una battuta di caccia con invitati: accadono fatti strani tra nobili e servitù. La sceneggiatura vince l’Oscar, il regista il Golden Globe. Tra i protagonisti Maggie Smith, che avrà un ruolo d’onore in Downton Abbey. Ma nell’immaginario dello sceneggiatore e scrittore britannico c’è anche il ricordo di Upstairs, Downstairs, serie televisiva trasmessa dal 1971 al 1975.

NEL 2010 la televisione inglese produce una serie televisiva brillante, dalle caratteristiche ipnotizzanti, Fellowes allo script: Downton Abbey, nome dell’immaginaria tenuta di campagna nello Yorkshire della blasonata famiglia Crawley, di cui narra le avventure/disavventure dal 15 aprile 1912, data dell’affondamento del Titanic. La serie sbaraglia per anni: Emmy awards vinti, Guinness dei primati, ascolti mai visti. Il cast è perfetto, i dialoghi succulenti, la ricostruzione in costume inappuntabile, i costumi una gioia per gli occhi: tutto riluccica, splende, abbaglia di sontuosità e bellezza, di dramma e sfortune, di sorti che si muovono come mare in tempesta. I nobili si affezionano democraticamente ai loro domestici, se ne prendono cura, li spalleggiano e vengono spalleggiati a loro volta.

LE DINAMICHE di personaggi rodati e caratterizzati alla perfezione dopo 52 episodi si ritrovano nelle due ore di film girato da Michael Engel che esce nelle sale cinematografiche dopo anni di attesa dei fan. Hugh Bonneville, Elisabeth McGovern, Maggie Smith, Michelle Dockery, Conte, contessa, contessa madre e Lady Grantham tra gli aristocratici, Jim Carter, Brendan Coyle, Phyllis Logan, Joanne Froggatt, maggiordomo, valletto, governante e domestica tra la servitù. Il passaggio da piccolo al grande schermo non nuoce a un impianto strutturato in maniera limpida e precisa, ogni carattere mantiene integrità e fascino, la scelta di raccontare un piccolo episodio accaduto nel 1927 con l’arrivo alla magione di re Giorgio V e sua moglie la regina Mary costituisce un tappeto su cui manovrare le sorti dei personaggi principali.

Ideali liberisti scambiati per intenti terroristici, sotterfugi per onorare il proprio lavoro, l’occasione di vivere la propria sessualità messa a rischio dall’intervento della polizia, queste alcune alterne vicende contenute dentro a una cornice elegante e raffinata di saloni arredati, di gioielli e strass, di inchini trappole eredità figli illegittimi priorità e tempi storici che stanno inesorabilmente cambiando.