La VI commissione del Csm boccia il ddl anticorruzione
I «singoli sporadici e frammentari interventi realizzati, ed in gran parte attualmente solo annunciati dal legislatore» sulla corruzione, «risultano per la loro disorganicità insufficienti». La VI commissione del Csm, in […]
I «singoli sporadici e frammentari interventi realizzati, ed in gran parte attualmente solo annunciati dal legislatore» sulla corruzione, «risultano per la loro disorganicità insufficienti». La VI commissione del Csm, in […]
I «singoli sporadici e frammentari interventi realizzati, ed in gran parte attualmente solo annunciati dal legislatore» sulla corruzione, «risultano per la loro disorganicità insufficienti». La VI commissione del Csm, in un parere del relatore Morosini approvato all’unanimità e che approderà al plenum mercoledì (alla vigilia del voto finale della camera), boccia il ddl anti-corruzione (lo fa in modo obliquo, parlando di un altro provvedimento, il ddl sul processo penale).
Il Pd la prende malissimo: «giudizio incomprensibile e sconcertante», mentre il vicepresidente del Csm Legnini difende il pacchetto del governo come «un indiscutibile passo in avanti», anticipando la posizione che ribadirà nel plenum. Per la VI commissione l’aumento delle pene è un mezzo di contrasto «insufficiente»: bisognerebbe per esempio agire anche con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e tutelare chi denuncia.
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