Europa

La Ue si aggrappa all’accordo

La Ue si aggrappa all’accordoLa stretta di mano dopo l'accordo tra Yanukovich e Klitschko – Reuters

Ucraina La mediazione dei ministri degli esteri Ue travolta dagli avvenimenti. La Germania, appoggiata dalla Francia, insiste sull'applicazione dell'accordo. La Russia chiede alla Ue di fare pressione sull'opposizione. la Polonia nega che sia in corso un colpo di stato

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 23 febbraio 2014

Gli europei, che avevano sperato nella tenuta del fragile accordo raggiunto a Kiev grazie alla mediazione dei ministri degli esteri di Germania, Francia e Polonia, sono stati ieri sopraffatti dagli avvenimenti in corso in Ucraina. La Ue teme soprattutto – come la Russia del resto – una partizione irreversibile dell’Ucraina. Da Mosca, il ministro degli esteri Serguei Lavrov, che continua ad appoggiare Yanukovich e parla di colpo di stato, si è persino rivolto agli europei perché “facciano pressione” perché l’opposizione rispetti la parola data. La Germania, che è stata in prima fila nella mediazione e che guida di fatto la politica europea nella grave crisi ucraina, ieri si è ancora aggrappata all’accordo. Frank-Walter Steinmeier, sostenuto dalla Francia, ha ancora chiesto ieri alle parti in causa il “rispetto” degli impegni presi. “Dipende ormai dalle due parti in conflitto di rispettare cio’ che è stato deciso e di cominciare a costruire un rapporto di fiducia”. Steinmaier ha fatto questa affermazioni verso le ore 13 di ieri, ma nel pomeriggio gli avvenimenti a Kiev le hanno rese caduche. L’accordo raggiunto con grandi difficoltà dalla mediazione Ue è ormai sorpassato: il parlamento ha deciso che delle elezioni presidenziali si terranno il 25 maggio prossimo, Iulia Timochenko era attesa in serata a Maidan, mentre l’accordo mediato dalla Ue prevedeva delle elezioni entro il prossimo dicembre, un governo di coalizione entro una decina di giorni e il ritorno alla Costituzione del 2004. Per il ministro degli esteri polacco, Radoslaw Sikorki, molto attivo nella gestione della mediazione, le accuse di Yanukovich, il presidente destituito dal parlamento, su un colpo di stato in atto a Kiev, non sono fondate: “non è un colpo di stato – ha affermato – gli edifici del governo sono stati abbandonati, il presidente del consiglio eletto legalmente. Il presidente Yanukovich ha 24 ore per firmare l’entrata in vigore della Costituzione del 2004”. Ma anche la Polonia, molto esposta a favore dell’opposizione, è stata sopraffatta dagli avvenimenti. Chi si cura più a Maidan della firma di Yanukovich? Cosa farà la Ue del progetto di sanzioni deciso a metà settimana? Il blocco dei visti e degli averi potrebbe riguardare anche delle personalità dell’opposizione più radicale, secondo alcune capitali europee.

Dopo la firma dell’accordo ormai caduco, la cancelliera Angela Merkel aveva avuto contatti con Barak Obama e Vladimir Putin, per cercare “il più rapidamente possibile” una soluzione politica ed evitare ulteriori bagni di sangue. Obama aveva telefonato a Putin venerdi’, auspicando che l’accordo spalleggiato dagli europei venisse applicato rapidamente. Ma gli Usa avevano definito l’accordo “molto, molto fragile”. Un video pirata che circola su Internet sull’incontro tra i ministri della Ue e le parti in causa conferma questo giudizio: si sente Sikorski urlare all’opposizione “se non volete un accordo, avrete la legge marziale, l’esercito, sarete tutti morti!”.

 

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