La Ue deve salvare gli impollinatori dai pesticidi
Da pochi mesi è arrivato sul mercato italiano un nuovo insetticida della Bayer (il Sivanto) pubblicizzato come sicuro per api, bombi e coccinelle. Si tratta di una sostanza già in […]
Da pochi mesi è arrivato sul mercato italiano un nuovo insetticida della Bayer (il Sivanto) pubblicizzato come sicuro per api, bombi e coccinelle. Si tratta di una sostanza già in […]
Da pochi mesi è arrivato sul mercato italiano un nuovo insetticida della Bayer (il Sivanto) pubblicizzato come sicuro per api, bombi e coccinelle. Si tratta di una sostanza già in uso dal 2015 in altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti, e sulla quale è stato pubblicato uno studio del Dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università della California San Diego. I risultati sono molto meno rassicuranti del relativo opuscolo della Bayer: il principio attivo di Sivanto (flupyradifurone), se combinato con gli effetti di un comune fungicida, potrebbe provocare comportamenti anomali in grado di compromettere la sopravvivenza delle api e di altri impollinatori. Il comportamento tipico degli impollinatori li espone infatti a subire gli effetti combinati di diverse sostanze e gli effetti influenzano la loro capacità di orientamento, può essere una condanna a morte per questi insetti.
La loro difesa e conservazione non è solo un atto «disinteressato» da parte del genere umano: agli insetti impollinatori è strettamente legata gran parte della produzione agricola e, di conseguenza, la nostra stessa sicurezza alimentare. Dunque com’è possibile che si continuino ad autorizzare sostanze potenzialmente pericolose? La risposta è negli attuali standard europei sulla valutazione dei rischi dei fitosanitari per api e insetti impollinatori: questi prevedono la valutazione della sola tossicità acuta per le api mellifere, non prendendo in considerazione quella cronica, vale a dire causata da un’esposizione prolungata anche a basse dosi. Non vengono inoltre valutati gli effetti su altre specie come le api selvatiche o i bombi, a loro volta importanti per l’opera di impollinazione che svolgono. Unione europea e Paesi membri potrebbero rafforzare questi standard. Anzi, avrebbero potuto – e dovuto – farlo già dal 2013, quando l’EFSA pubblicò le sue linee guida: uno strumento efficace per la protezione delle api, che ha però incontrato la resistenza di troppi Stati. Eppure, sulla base di quelle stesse linee giuda è stato ufficializzato, ad aprile 2018, il bando permanente di tre insetticidi neonicotinoidi (imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam), con il voto della maggioranza degli Stati, tra cui l’Italia. I prossimi mesi saranno cruciali per il futuro degli insetti impollinatori, perché presso il Comitato europeo permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (PAFF) è in corso la discussione proprio per aggiornare le linee guida relative alla valutazione dei rischi dei pesticidi per api.
È notizia degli ultimi giorni, inoltre, che la Commissione Ue ha dato un nuovo mandato all’Efsa di rivedere le proprie linee guida sugli impollinatori, adducendo come motivo il fatto che non esiste un consenso sufficiente da parte degli Stati membri. L’Italia non ha ancora reso nota la posizione ufficiale che intenderà adottare nelle prossime sedute del PAFF, fissate per il 20-21 maggio e per il 16-17 luglio.
Le api sono sempre più a rischio in Europa e l’eliminazione dei pesticidi che li espongono a rischi è un passo fondamentale per proteggerli. Le linee guida dell’EFSA del 2013 sono già uno strumento efficace per farlo, di conseguenza è necessaria la loro adozione – completa e immediata – in tutta la Ue, non una loro revisione. Come voteranno i rappresentanti italiani?
* campagna Agricoltura di Greenpeace Italia
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