«La traversée», il dolore di mille esodi negli occhi di Kyona
Cinema Si chiude oggi il Future Film Festival a Bologna, l’esordio nel lungometraggio di Florence Miailhe è una fiaba nera sulla migrazione
Cinema Si chiude oggi il Future Film Festival a Bologna, l’esordio nel lungometraggio di Florence Miailhe è una fiaba nera sulla migrazione
Kyona ha tredici anni, ama disegnare e non si separa mai dal taccuino che le ha regalato suo padre. Sulle pagine i tratti a matita del suo villaggio, dei genitori e dei fratelli, di quando «non avevamo niente, ma avevo una casa, una famiglia ed ero felice». Sfoglia quelle pagine ora che il villaggio non esiste più, la gente è scappata, molti sono morti, e da quei disegni prende il via il racconto di una storia dura fatta di fughe e migrazione, violenze e stenti. Tutto si anima di colori, uno stile pittorico, a volte sfumato come un acquerello, che scorre poetico e leggero anche nel mostrarci distacchi dolorosi, addii e ricerca della libertà verso un confine lontano. Un viaggio pieno di ostacoli e pericoli da superare verso un futuro migliore, è La Traversée (The Crossing), lungometraggio di pittura animata di Florence Miaihle, in anteprima a Bologna alla XXI edizione del Future Film Festival, rassegna internazionale di cinema di animazione, diretto da Giulietta Fara.
IL TRATTO a carboncino, e a olio su vetro, rende delicata e gentile la durezza della storia, colori sgargianti, schizzi, che si fanno scuri o si dissolvono nei momenti più drammatici. Tutto inizia con Kyona arrampicata su un ciliegio per disegnare il suo villaggio dall’alto quando da lontano vede il fumo salire dalle case, corre con il fratello, lo schermo si fa nero, uomini armati e violenti urlano e picchiano la sua famiglia e gli altri abitanti. Militari e miliziani distruggono e saccheggiano, sparano, «una banda di assassini la cui sola ragione era l’odio, avevano bisogno di un nemico a tutti i costi e noi eravamo il nemico» racconta Kyona. Minacciano di tornare per cacciarli o ucciderli. Durante la notte la madre e il padre consultano le mappe per organizzare la fuga verso il confine. Il volto di Kyona si trasforma nella carta geografica con il tragitto tracciato fra le montagne. Il suo è un paese immaginario, una famiglia come tante, reale e universale insieme. La regista dipinge a mano le lunghe file di profughi, gente che in poche ore è costretta ad abbandonare tutto e scappare a piedi o con mezzi di fortuna.
«È QUELL’ESTATE che siamo partiti, era una bella estate» ricorda la protagonista, «io ero eccitata, era la prima volta che lasciavo Novi Varna (nome di fantasia, ndr), e avrei preso il treno». Gli occhi della ragazzina sono avidi di vita, mentre guarda scorrere il paesaggio dal finestrino. Più tardi dirà «la fuga ha rovinato la nostra infanzia». Alla stazione si ritrovano in migliaia, provenienti da tutte le parti, ognuno con le proprie ragioni per andare via. È solo l’inizio di una serie di disavventure, in cui Kyona non perde mai la speranza e lotta caparbiamente senza arrendersi. I genitori devono scendere dal treno perché senza documenti, Kyona e il fratello Adriel continuano il viaggio nascosti, con la promessa che la famiglia si ricongiungerà il giorno seguente per proseguire l’esodo insieme. Arrivati in città i due finiscono in un accampamento e diventano bambini di strada. I genitori sono stati arrestati, non arriveranno mai alla stazione, ma Kyona continua ad aspettarli. Inizia una lunga serie di disavventure, vengono venduti ad una ricca famiglia che li tiene prigionieri, scappano, si perdono e si ritrovano in un circo dove lavorano e sono protetti da madame che con le sue amicizie riesce ad evitare loro l’arresto e l’espulsione e intanto si avvicinano al confine. Vengono catturati e rinchiusi in un centro di detenzione, incontrano trafficanti di esseri umani, scappano e dopo mille peripezie riescono ad attraversare le montagne per mettersi in salvo e provare a costruire una vita migliore.
MIAILHE, fra le animatrici più note a livello internazionale, ha realizzato La Traversée insieme alla co-sceneggiatrice Marie Desplechin, il film ha ricevuto una menzione speciale nel giugno scorso ad Annecy. La regista lo ha dedicato alla nonna «che un giorno del 1905 è partita da Odessa con i suoi dieci figli per scappare dai pogrom» e «a tutti quelli che un giorno o l’altro lasciano i loro paesi sperando di trovare altrove un avvenire migliore».
L’obiettivo di questa edizione del Future Film Festival è promuovere e dare visibilità a lavori che non hanno una distribuzione, è il caso di questo gioiellino della Miailhe, oltre al primo lungometraggio scritto e diretto da Koji Yamamura Dozens of Norths, tratto dalle illustrazioni dell’autore per il mensile Bungakukai. Inoltre l’omaggio al regista Kon Satoshi con il documentario Satoshi Kon, The Illusionist di Pascal-Alex Vincent, presentato a Cannes e l’anteprima italiana di The DeerKing di Masashi Ando e Naohoko Ueashi, nuovo film di fantasy della Production I.G. Una selezione dei film sarà visibile su MyMovies.
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