La Tigre e il Molleggiato, una colonna sonora lunga 60 anni
Musica Amici da una vita, nelle loro rispettive sterminate discografie hanno affrontato autori, stili e creato tendenze
Musica Amici da una vita, nelle loro rispettive sterminate discografie hanno affrontato autori, stili e creato tendenze
Un’amicizia che va oltre le tante apparizioni insieme in tv, Mina e Celentano in coppia – soprattutto per ragioni editoriali, si sono frequentati «discograficamente» solo nel 1998 ed oggi. Musicalmente molto diversi – li accomuna la passione sanguigna per il rock’n’roll e il blues, hanno attraversato quasi sessant’anni di musica con centinaia di titoli. La signora – assente dalle scene da trentotto anni – in fatto di incisioni è invece un’infaticabile macchina da guerra. Una bulimica discografia che si estende dal 1958 ad oggi, spesso con più titoli ogni anno.
Dai singhiozzi sbarazzini nelle cover di When e Passion Flower sotto lo pseudonimo di Baby Gate, arrivando ai canti sacri e alle romanze d’opera sotto la direzione del maestro Gianni Ferrio (Sulla tua bocca lo dirò, 2009), passa un mondo di note fatto di canzoncine, pezzi dall’afflato melodico che il tempo non ha scalfito e progetti decisamente complessi. A voler scegliere, i «mazziniani» duri e puri non hanno incertezze: Bugiardo più che mai, più incosciente che mai, album record di vendite fra il 1969 e il 1970 o Plurale – anno di grazia 1976 – in cui l’orchestra di Ferrio accompagna Mina in un trionfo di polifonie, raddoppiando o triplicando le voci su diverse armonizzazioni per standard come Moon Indigo arrivando perfino al canto degli alpini per eccellenza, Il testamento del capitano.
E poi la lunga serie dei doppi, tanta (troppa) routine nei 90 e una ripresa a cavallo del nuovo millennio con le collaborazioni insieme ad autori della scena indie e incantevoli monografie jazz. Celentano – che nel 1962 apre il laboratorio creativo del Clan molto in anticipo rispetto ad altre analoghe esperienze – dopo le decine di successi a 45 giri nei ’60, nei settanta tenta la strada del concept (I mali del secolo, 1972),vivacchiando fra gli ’80 e 90 grazie a fortunati album di cover (I miei americani 1 e 2, 1984 e 1986).
Ritrova decisamente smalto dopo il primo album con Mina, grazie alla collaborazione con Mogol e Gianni Bella, attraverso altri dischi dalle vendite milionarie, Io non parlar d’amore (1999), Esco di rado e parlo ancora meno (2000). Tanta aria nuova nell’ultimo lavoro in studio (2011), l’ottimo Facciamo finta che sia vero, in studio con lui Giuliano Sangiorgi, Franco Battiato, Jovanotti. L’anno dopo è ospite – con inevitabili polemiche – a Sanremo.
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