Visioni

«La terra promessa», la potenza rivoluzionaria delle narrazioni

«La terra promessa», la potenza rivoluzionaria delle narrazioniMads Mikkelsen in una scena di «La terra promessa»

Al cinema In sala il film di Nicolaj Arcel, una variazione sull’epica della conquista. Ruvida e struggente, l’opera del regista danese denuda il potere con l’umanità

Pubblicato 6 mesi faEdizione del 14 marzo 2024
Film terragno, ruvido, regolato da attriti tra corpi, psicologie, desideri di persone semplici, provate dal lavoro, dal rapporto obbligato con l’empiria, o bramosie dei potenti, prepotenti (quasi manzoniano, scottiano in quanto a concezione della storia; tra l’altro: scorrerie di bravi, briganti, lanzichenecchi per tutta la brughiera; ma poi c’è anche Scott Cooper e un film forse sottovalutato come Hostiles), La terra promessa (titolo originale Bastarden) diretto dal danese Nikolaj Arcel, in concorso alla scorsa Mostra di Venezia ha il pregio della «credenza». Si tratta di credere nel mondo nonostante tutto, nel suo esito benigno, cui strumento di ogni credenza sono...
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