C’è pure la data d’avvio, altro che progetto finito nel cestino dei rifiuti. L’ormai leggendaria Superlega – lo scoop è stato del Financial Times – dovrebbe salpare entro il 2024-2025, almeno è quello che va raccontando Bernd Reichart, amministratore delegato della A22 Sports Management, ovvero l’azienda che punta ancora sul progetto andato a monte in una manciata di giorni nell’aprile del 2021.

La Superlega del Real Madrid, del Barcellona, della Juventus, dei club inglesi che si sono sfilati in un paio di giorni infuocati, sotto la minaccia di boicottaggi delle proprie tifoserie e di conseguenze pesanti dal punto di vista economico da parte del governo britannico di Boris Johnson.

La Superlega con un montepremi ipotizzato intorno ai sette miliardi di euro per edizione, il doppio rispetto alla torta che mette sul tavolo la Champions League. Una pioggia di soldi per i club d’elite del calcio europeo che nell’ultimo decennio hanno accumulato miliardi di debiti, oltre un miliardo solo il Barcellona.

SONO I DUE GIGANTI SPAGNOLI e la Juventus che non hanno mai mollato la presa sul progetto, continuando a insistere sulla necessità di un nuovo torneo con una divisione dei profitti assai più corposa per società, come appunto il Real e soprattutto il Barcellona ma anche i conti della Juve sono in rosso, che sono perennemente a corto di liquidità.

Florentino Perez, potente presidente del Real Madrid, indicò un anno fa lo stesso orizzonte temporale dell’ad di A22 Sports Management, il via alla Superlega entro il 2024, pena la fine del calcio europeo.

Il terzetto di fondatori della Superlega, tra l’altro, in attesa del varo della competizione sono in causa con l’Uefa, accusano il principale organismo calcistico europeo di operare in regime di monopolio.

Il caso è tuttora all’esame della Corte di Giustizia europea, era stata l’Uefa ad aprire dei fascicoli per provvedimenti disciplinati contro Real, Barcellona, Juventus, appellatesi poi a un tribunale di Madrid, che alla fine ha fatto pendere la bilancia a favore dell’Uefa.

ED E’ ANCORA l’Uefa, assieme alla Fifa, assieme alle leghe che rappresentano i campionati nazionali e diversi governi – tra cui quello italiano -, a mettersi sulla strada dei contraenti del patto per la Superlega, a non concedere margini alla nuova competizione.

Insomma, la battaglia non è affatto finita e i super-club non si accontentano del lancio del nuovo format della Champions League dal 2024, a 36 squadre (anziché a 32), con otto partite garantite per ogni partecipante e premi partita ancora più ricchi. Era la mano tesa dalla Uefa ai top club per incrementare i ricavi. Con ogni evidenza, non basta a placare la sete di risorse delle società più celebrate d’Europa.