La stremata modernità di Tomaso Kemeny, dove il Reale è onirico
Enrico Baj, «La favorita del presidente», 1992
Alias Domenica

La stremata modernità di Tomaso Kemeny, dove il Reale è onirico

«107 Incontri con la prosa e la poesia», Edizioni del Verri Scene alla Buñuel, orrori del ’900, l’«io» smembrato come il corpo... Tra nostalgie dell’unità perduta e l’attesa militante di un’alba di ricomposizione
Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 18 ottobre 2015
Se qualcuno dovesse pigliarsi vaghezza di chiedere all’autore, per puro capriccio, quali tra questi 107 incontri con la prosa e la poesia (Edizioni del Verri, pp. 168, euro 13,00) potrebbero essere riconducibili a un del tutto ipotetico principio di realtà ovvero o anche a un personaggio che sia o che sia stato nel mondo in carne e ossa, egli ragionevolmente risponderebbe senza esitare: «Che domanda! È semplice: con Beethoven, Ovidio, Garcìa Lorca e Salvador Dalì». E poi, dopo una brevissima pausa e con la medesima determinazione, aggiungerebbe: «E con la Donna Barbuta». Di sicuro Tomaso Kemeny (Budapest, classe 1938) ometterebbe...
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