Cultura

La straordinaria avventura di essere Monica Vitti

La straordinaria avventura di essere Monica VittiNella foto Eleonora Marangoni

NARRATIVA «E siccome lei», di Eleonora Marangoni edito da Feltrinelli. Oggi, nell'ambito si Bookcity, un evento online alla presenza dell'autrice per presentare la raccolta di racconti

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 12 novembre 2020

Tra le giovani scrittrici italiane, Eleonora Marangoni conferma una salda fiducia nella costruzione letteraria. Rifugge, probabilmente proprio per la sua passione proustiana, (ha esordito nel 2011 con il saggio Proust et la peinture italienne), da ogni forma di scrittura strettamente autobiografica o comunque facente riferimento alla realtà intesa come cronaca quale vero e proprio campo della costruzione contemporanea del mito. Stupisce così la comparsa di una raccolta di racconti come E siccome lei (Feltrinelli, pp. 250, euro 17) che trae spunto dalla figura cinematografica di Monica Vitti; un lavoro compatto attorno a un’unica e precisa protagonista, sia pure si scinda in quarantasette donne diverse ognuna delle quali ripresa da un personaggio da lei interpretato nei suoi film.

A PRIMA VISTA parrebbe dunque che Eleonora Marangoni abbia ceduto al fascino del cinema, strutturando la sua narrazione attorno a un canovaccio che gioca – come è usuale oggi – tra finzione e realtà, tra vita vera e interpretata. Nulla di più errato, anzi pervicacemente fiduciosa degli strumenti dell’indagine letteraria, l’autrice compie un doppio balzo restituendo a Monica Vitti (che ricordiamo essere già un nome d’arte) lo spazio assoluto della sua messa in scena e lo fa dando spazio a quarantasette «tipi di donne» che come in un dialogo passano di mano dall’attrice all’autrice. Marangoni riconosce in Vitti una qualità interpretativa rara, e le offe un ruolo da autrice occulta tramite cui entrare in relazione con queste creature immaginarie. Non solo una musa e non solo una interprete, ma una vera e propria trickster con cui giocare e imbrogliare.

Le voci si moltiplicano, i generi anche, si passa dalla cronaca al diario, dalla prima persona al narratore onnisciente. Marangoni insegue queste donne alla ricerca di Monica Vitti e lei sbuca dalle pagine improvvisamente, senza preavviso. Un dialogo a distanza che coinvolge anche il lettore che viene quasi costretto ad incontrare e poi ad abbandonare pagina dopo pagina Claudia, Giulia, Giovanna, Adele, ecc. Tutte loro restano vive e complici, parti mancanti di un desiderio, di una voglia come di un ricordo improvviso. Più la lettura prosegue più Monica Vitti sembra allontanarsi per accomodarsi in un posto preciso a lato. Non invade il campo, ma dà spazio alla storia di ognuna di queste donne, non diviene lo specchietto per le allodole buono per i mitomani e i nostalgici di turno, permane come colei in cui ci si può rispecchiare, e lei con loro. Come, non a caso, sembra indicare la foto tratta dal set de L’avventura messa giustamente in copertina.

«E SICCOME LEI» non ha quindi come obiettivo la messa in scena di Monica Vitti, ma la messa in scena delle donne che lei è stata ed è ancora oggi perché solo la letteratura può essere capace più della scienza e della tecnica di restituire sotto forma di presente un passato confuso di ricordi e gesti mancati. Una letteratura dunque non messa al servizio – come un facile oggetto di arredo – della storia di un’esistenza singolare, bensì che ricerca e pretende la sua centralità nel porsi interprete assoluta di una storia, senza paura alcuna di smentita. E siccome lei è un libro potente e delicato al tempo stesso, colmo di vitalità e gratitudine verso una donna che ha saputo farci appartenere a lei, ora anche come lettori di un testo scritto e interpretato splendidamente.

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