Visioni

«La stranezza», Pirandello secondo Andò

«La stranezza», Pirandello secondo AndòToni Servillo, Ficarra e Picone in «La stranezza»

Festa del Cinema di Roma Toni Servillo interpreta il celebre drammaturgo, affiancato da Ficarra e Picone nel racconto della nascita dei «Sei personaggi in cerca d’autore»

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 21 ottobre 2022

L’intuizione di Roberto Andò è di quelle decisamente importanti. Lui, siciliano, esperto cultore di letteratura, teatro e cinema ha puntato su Ficarra e Picone, sì, due comici. Ma questa è solo una parte dell’intuizione. L’altra parte, forse maturata in Campania, a teatro, è stata quella di affiancare a loro Toni Servillo, forse il più grande interprete drammatico del nostro cinema attuale. Non contento ha voluto creare la genesi di Sei personaggi in cerca d’autore, l’opera forse più famosa del drammaturgo siciliano. Con La stranezza eccoci, quindi in Sicilia nel 1920 con Servillo-Pirandello che si accolla le spese del funerale della tata. E si affida per la bisogna ai due becchini Nofrio e Bastiano, che non sanno chi sia quell’uomo distinto che viene da Roma. Oltretutto la coppia è anche l’anima della locale filodrammatica. Il maestro assiste letteralmente a questo teatrino che lo vede coinvolto, tirato per la giacchetta dai due e ossessionato dal suo inconscio con quei personaggi che reclamano un ruolo. Così, tra sogni, risate, malintesi, sensibilità che sanno cogliere le sfumature e i suggerimenti della vita stessa, la storia si dipana sempre più avvincente.

SINO A QUANDO la coppia che inconsapevolmente ha offerto a Pirandello l’occasione per elaborare il suo testo, si ritrova invitata alla prima, storica, al teatro Valle di Roma. Dove lo scontro tra entusiasti e detrattori fu epico. Facendo registrare uno storico fiasco. Il tempo poi ha reso giustizia a quel geniale capolavoro entrato a pieno titolo e merito nella storia del teatro. Andò riesce a fondere i momenti più dichiaratamente farseschi della coppia comica, con quelli più raffinati legati allo sguardo di Servillo, arricchendo il tutto con volti e interpreti che danno spessore al racconto. Il risultato è un’opera davvero singolare che restituisce il genio, il popolo, la Sicilia, trascinando lo spettatore a godere del film. Eppure, non era semplice, anche perché all’inizio non sembra essere chiaro dove si voglia andare a parare, tutto sembra apparire un po’ gratuito, slegato, appiccicato con quel mondo arcaico legato ai pregiudizi e quell’uomo, nato lì, ma ormai con la testa altrove. Poi tutto prende la strada maestra della narrazione capace di far rivivere la commedia e il dramma teatrale con quell’interazione tra platea e palcoscenico che Pirandello aveva intuito e che il regista ha saputo restituire.

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