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La storia delle «Spose in viaggio» per portare un messaggio di pace

La storia delle «Spose in viaggio» per portare un messaggio di pace

Al cinema «Sono innamorato di Pippa Bacca» di Simone Manetti, sull'artista che voleva attraversare undici paesi in guerra, violentata e uccisa in Turchia nel 2008. Tra i racconti delle sorelle e della madre, la sorellanza con l'amica che l'accompagna, gli incontri con le altre donne

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 5 marzo 2020

Il film dedicato all’artista Pippa Bacca sarà quest’anno il modo migliore di festeggiare la festa della donna e per aggiungersi alle tante manifestazioni che si sono tenute dopo la sua scomparsa. La performance che aveva ideato era diventata famosa: in abito da sposa, avrebbe attraversato undici paesi teatro di guerra per portare una testimonianza di pace, fino a raggiungere Gerusalemme. La meta però non la raggiungerà mai perché dopo aver attraversato ex Jugoslavia e Bulgaria, in Turchia nel 2008 sarà violentata e assassinata.

IL FILM dedica a questi tragici eventi un emozionante finale, tutto teso a raccontare i dettagli non casuali e le intenzioni di una performance artistica. Elemento non secondario è il suo sorriso perenne (che si spegne solo nelle due ultime scene, quasi ad annunciare la fine). I livelli di comunicazione femminile sono molteplici e si svelano via via, a cominciare dalla sua famiglia composta da sole donne, esempio di autonomia e coraggio. La madre, al momento della separazione, si fa carico delle sei figlie e dimostra loro come sia possibile cavarsela benissimo anche da sole, girando per tutta Europa in pulmino, poi, quando si rompe via a piedi per il cammino di Santiago e ritorno in autostop, diventato uno dei suoi strumenti tecnici.

I DIVERSI passaggi sulle strade dell’est si alternano ai racconti biografici delle sorelle e della madre e alle riprese con la videocamera ondeggianti, spesso oblique, dense, come effettuate dal punto di vista di una borsetta appesa al polso. Altro elemento chiave è la «sorellanza», la compagnia dell’amica che l’accompagna, anche lei in abito nuziale, l’artista Silvia Moro, due abiti non come gli altri, uno studiato a contenere undici strati quanti saranno le nazioni attraversate, l’altro che sarebbe stato ricamato dalle donne incontrate sul cammino, racconto millenario e silenzioso delle donne di ogni paese. Altro elemento chiave sarà l’incontro con le ostetriche dei paesi attraversati. A loro Pippa Bacca lava i piedi come gesto di rispetto nei confronti di una professione che compie da millenni gesti d’amore, portando la vita durante i massacri della guerra. Sono lavacri paralleli a quel continuo lavare le tele e i veli degli abiti con acqua corrente e sapone, anche questi gesti simbolici: nel progetto «Spose in viaggio» nulla è casuale nella costruzione, né ingenuo nella preparazione. Solo una variabile spezza quella perfezione matematica: la rottura finale del rapporto artistico con Silvia per stanchezza e incomprensione e che rappresenterà l’inizio della fine.

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