Guardiamo nel polverone sollevato attorno alla statua di D’Annunzio, che sta per mettere radici nel salotto buono di Trieste.  La giunta comunale vuole celebrare il letterato? Come per Joyce, Saba e Svevo? Oppure si vuole altro? Quale valenza civica e morale, e perché no: politica, ha l’iniziativa? Claudio Magris sul Corriere ha scritto che «D’Annunzio è stato e dunque è, come ben sanno anche quelli che giustamente lo detestano sui piano politico e civile, un grande, grande poeta d’ltalia, d’Europa e del mondo». Forzando forse il suo pensiero, il Corriere titola così: «La statua del Vate che divide Trieste. Perché...