La spesa a sesso alternato
Diario di confino Tra le assurdità che ci troviamo a vivere, la proposta del sindaco di Canonica D'Adda Graziano Protti: regolare gli accessi ai supermercati in base al genere
Diario di confino Tra le assurdità che ci troviamo a vivere, la proposta del sindaco di Canonica D'Adda Graziano Protti: regolare gli accessi ai supermercati in base al genere
Che fare per diminuire le lunghe code davanti al supermercato?» deve essersi chiesto Graziano Pirotta, sindaco di Canonica D’Adda in provincia di Bergamo. Dopo lunghi pensamenti, e forse notti insonni, ha deciso che dal 6 aprile i suoi cittadini devono fare la spesa a sessi alterni, un giorno le donne e uno gli uomini. Per risolvere il problema della settimana dispari ha così decretato. Lu-Me-Ve-Do: solo UOMINI. Ma-Gi-Sa: solo DONNE.
Non si sa se abbia concesso un giorno in più ai maschi per regalare loro maggiori occasioni di uscire e se sia al corrente che finora e statisticamente sono proprio gli uomini ad ammalarsi di più, fatto è che la popolazione ha reagito inondando di commenti, non sempre benevoli, la pagina Facebook del comune sulla quale è stata diramata l’ordinanza. Qualcuno ha preso alla lettera la decisione e ha proposto miglioramenti tipo «Assicuriamoci che adesso non vengano anche dai comuni vicini a fare la spesa da noi». Molte donne hanno eccepito che, essendo madri single e infermiere, pareva una limitazione ulteriore, oltre che una gigantesca stronzata.
I sofisti hanno puntualizzato che forse era meglio dividere il giorno in due parti (mattina: donne, pomeriggio: uomini,) oppure che si doveva permettere una sola uscita settimanale a famiglia così si tagliava la testa al problema, o ancora che così va bene «Tanto le donne sono più autosufficienti e veloci a decidere», per non parlare del: «E che, siete diventati una comunità musulmana?».
Ma il colpo d’ala l’ha avuto un signore che ha detto: «Ma si chiama coronavirus, mica cornavirus!». Che poi, anche se la preoccupazione fossero gli incontri clandestini, voglio proprio vedere chi li metterebbe in pratica, in questo periodo, fra uno scomodo carrello e un esposto scaffale. Il dubbio maestro è venuto a uno che sta in un comune diverso e ha domandato: «Ma il sindaco lo avete estratto a sorte?».
Infine si è aperta la questione di genere a cui il primo cittadino non aveva proprio pensato perché qualcuno ha chiesto: «Ma trans e queer quando possono andare?». Qualcuno dica a Pirotta che si è infilato in un ginepraio perché LGBTIQX più M più F fa nove e con sette giorni a disposizione non ne esce più.
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