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La sospensione della prof è un atto squadrista

Leggi razziali Difendere Rosa Maria Dell’Aria vuol dire difendere noi stessi e la nostra costituzione, il principio della divisione dei poteri, della tutela delle nostre libertà fondamentali

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 18 maggio 2019

Ho avuto in classe militanti neofascisti, studenti che affermavano che i campi rom andavano bruciati, altri che erano a favore la pena di morte, sedicenni a favore delle classi differenziali e per la sterilizzazione dei disabili, altri che pensavano che la legislazione sullo stupro fosse esagerata, eccetera.

Ma mai, mai, mai ho pensato che la politica dovesse uscire dalla classe, o potesse pregiudicare la libertà e il lavoro della comunità educante. La scuola serve a questo. Anche per questa ragione la sospensione e la riduzione dello stipendio dell’insegnante palermitana per quindici giorni e la sua riduzione è un atto squadrista. E va proclamato uno sciopero generale. La storia del lavoro scolastico fatto da un gruppo di studenti per la giornata della memoria, e presentato alla professoressa Rosa Maria Dell’Aria è una storia vergognosa.

Per diverse ragioni: si mette in discussione la libertà di insegnamento, si aggrediscono i diritti di una lavoratrice, si crea il precedente della delazione; la vicenda parte da un tweet di un militante di estrema destra, il giorno dopo la sottosegretaria leghista ai Beni culturali Lucia Borgonzoni è intervenuta su Facebook commentando: «Se è accaduto realmente andrebbe cacciato con ignominia un prof del genere e interdetto a vita dall’insegnamento. Già avvisato chi di dovere».

A Palermo è poi partita un’ispezione – decisa da chi’ -, con conseguenti interrogatori alla professoressa e ai ragazzi, ed è stato emesso un provvedimento di sospensione contro l’insegnante. Va proclamato uno sciopero generale. La Lega – attraverso l’uso offensivo delle istituzioni – ha pensato di difendere le sue politiche, attaccando una docente e gli studenti, e in loro l’intera struttura democratica di cui la scuola è la metonimia. L’elemosina politica elargita da Matteo Salvini, che ora vuole incontrare l’insegnante e gli studenti per spiegare come siano differenti il suo decreto sicurezza dalle leggi razziali è una dichiarazione ancora più aggressiva e vile. Salvini, si comporta come se non fosse il capo del partito, il vicepremier e il ministro di un governo che può sanzionare pubblicamente l’operato di Lucia Borgonzoni e di Marco Bussetti, che è l’unica cosa che va richiesta, oltre a proclamare uno sciopero generale.

Come si è capito facilmente lo squadrismo mediatico di una destra culturalmente succube della propaganda neofascista, funziona con atti polizieschi nei confronti di inermi – le intimidazioni, i fermi di chi protesta pacificamente nei comizi elettorali di Salvini sono ormai seriali – e una penosa propaganda sedicente pop, fatta di supplì, Nutella e pupazzetti di Zorro. Anche per questo va proclamato uno sciopero generale.

Difendere Rosa Maria Dell’Aria vuol dire difendere noi stessi e la nostra costituzione, il principio della divisione dei poteri, della tutela delle nostre libertà fondamentali. Come ha scritto Paolo Pecere ieri: “Gli studenti di Palermo hanno mostrato con la loro ricerca è che gli atti dei politici di oggi prima o poi saranno giudicati da un libero dibattito storico, quando Salvini si starà godendo la pensione e avrà smesso di postare le sue merende e le sue provocazioni”.

Da adulti dobbiamo ammettere che dopo un ragazzino di Torre Maura, una sedicenne svedese, ancora una volta sono dei ragazzi a indicarci cosa vuol dire un’ecologia del discorso democratico: l’idea di considerare il presente alla luce del futuro, che manca quasi del tutto nella politica di oggi, è stata portata in primo piano non da un partito di opposizione ma dalla classe di una scuola superiore. Anche per loro va proclamato uno sciopero generale. La gravità del fatto, eversivo delle garanzie costituzionali richiede una risposta eccezionale da parte di insegnanti, studenti e sindacati della scuola, una lotta su più piani e con più metodi che portino al ritiro della sospensione con scuse ufficiali e a una indagine sull’ufficio scolastico e su tutta la catena che ha portato a questa decisione. Va proclamato uno sciopero generale e i solerti esecutori di questo ordine spregevole vanno sanzionati.

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