L’ultimo lavoro di Giorgio Luzzi, Non tutto è dei corpi (Marcos y Marcos, pp.173, euro 16) è bersaglio perfetto di quel sentimento che ebbe a confessare Fortini: «la mia invidia è per quei poeti che scrivono un vero e proprio ’libro’ di versi». Infatti, la fertile vena dell’autore, che si è sempre mossa lungo questa direttiva, raggiunge forse qui la sua forma più compiuta di opera organica in versi. Per Luzzi, la poesia è insieme la chiave di accesso al mondo e risultato, resoconto dell’esperienza, «biogramma», appunto. PER QUESTO, LA TENSIONE con cui guarda alle ferite del presente e della...