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La Società della Cura “dona” 175 miliardi a Governo e Enti Locali

La Società della Cura “dona” 175 miliardi a Governo e Enti Locali

Consegne in corso domani 22 dicembre dalle 10.00 a Roma, Cagliari, Como, Firenze, Grosseto, Imperia, Marghera, Milano, Mondragone, Piacenza, Pozzuoli, Torino, Albenga, Val di Susa, Valsugana

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 22 dicembre 2020

Reddito e aiuti per tutt*, ristori, per attività economiche e attività culturali, poi investimenti nella sanità e nei servizi pubblici: i soldi per queste spese ci sono e possono essere resi disponibili subito con 4 semplici misure, con calcoli accurati quanto intuitivi contenuti in un documento elaborato e condiviso dalla Società della Cura, convergenza tra oltre 350 realtà collettive e da oltre 1200 persone attive in Italia nella solidarietà, l’ambientalismo, il sindacato e la cura delle proprie comunità.

In più di 15 città italiane attiviste e attiviste della Società della Cura domani 22 dicembre consegneranno simbolicamente un “Dono di Natale” da 175 miliardi al Governo nazionale e agli Enti locali per misure di emergenza nella crisi, perché nessun* venga lasciato indietro.

Dopo oltre un mese di approfondimenti tematici locali e nazionali le realtà hanno condiviso un documento in cui denunciano che “non è andato tutto bene. E continua a non andare nella direzione giusta. L’emergenza sanitaria prosegue e la crisi economica, dentro una crisi ecologica globale, rende più profonde le diseguaglianze sociali, culturali e di genere. Le politiche sinora adottate hanno approfondito la disgregazione delle relazioni sociali, hanno reso ancora più odiosa e crudele la gerarchia fra vite degne e vite da scarto, hanno costretto le persone a scegliere fra diritto al reddito e diritto alla salute, hanno discriminato tra chi ha accesso a cure e reddito e chi ne è escluso”.

Che cosa propongono

Innanzitutto di recuperare risorse per 47 miliardi con quattro “misure di emergenza”:

– Una Tassa Patrimoniale da 25 miliardi, tassa straordinaria del 0,5% sulla ricchezza patrimoniale compresa fra i 500mila e 1 milione di euro; del 2% su quella compresa fra 1 milione e 100 milioni di euro; del 3% sulla ricchezza patrimoniale compresa fra 100 milioni e 1 miliardo; del 5% su quella superiore al miliardo di euro.

– una Tassa ‘Paperoniale’ da 10 miliardi, tassa straordinaria del 3% su tutti i portafogli finanziari con valore superiore a 880.000 euro, ovunque detenuti, da persone fisiche o giuridiche aventi cittadinanza italiana al momento dell’entrata in vigore

– una Web Tax da 8 miliardi, un’aliquota del 30% per società con un ammontare complessivo di ricavi annui non inferiore ai 500 milioni di euro e un ammontare di ricavi da servizi digitali non inferiori ai 2,5 milioni di euro

– una tassa sulle Transazioni finanziarie da 4 miliardi, tassa con aliquota differenziata dal 0,1 al 0,8% a seconda della natura più o meno speculativa dello strumento finanziario utilizzato, da applicare a tutte le transazioni finanziarie (scambi di azioni, obbligazioni, scambi valutari e contratti derivati) sia sui mercati regolamentati che over the counter (OTC).

Abrogando i sussidi ambientalmente dannosi (per 23,2 miliardi/anno), cancellando le grandi opere inutili (per 30 miliardi) e la onerosa e crudele esternalizzazione delle frontiere (per 500 milioni), riducendo deasticamente le spese militari (per 10,8 miliardi/anno), utilizzando come ‘cassa’ i fondi dei nostri risparmi presso Cassa Depositi e Prestiti (63,5 miliardi), si potrebbero mobilizzate ben 175 miliardi.

In che cosa li vogliono investire?

Reddito per tutt* (15 miliardi) nella direzione di un reddito universale; Aiuti per tutt* (15 miliardi) con il divieto dei distacchi delle utenze, il blocco degli sfratti e l’estensione dei buoni spesa; Ristori per piccole attività economiche (10 miliardi); Ristori per attività associative, culturali e sportive senza fini di lucro (10 miliardi); Blocco dei licenziamenti a tutto il 2021.

Chiediamo di stanziare 40 miliardi per il solo Servizio Sanitario Nazionale pubblico; 30 miliardi per la scuola pubblica; 30 miliardi per un trasporto pubblico locale in sicurezza e qualità; 25 miliardi per le politiche sociali.

“Da subito, chiediamo l’apertura di un confronto pubblico e trasparente nel Paese, con il coinvolgimento attivo di tutte le persone e le realtà sociali, per avviare, anche in vista dell’arrivo dei fondi europei, un piano di radicale conversione ecologica, sociale, economica e culturale della società le lotte, il mutualismo, la solidarietà e la Costituzione indicano la strada”

 

Il documento integrale del “Dono di Natale” è disponibile qui.

 

Qui l’elenco, gli orari e i/le referenti delle consegne, in continuo aggiornamento.

 

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