La sinistra deve fermare il Renzi-care
Sanità Bersani, Civati, Emiliano, Fratoianni, Orlando, Pisapia e Rossi dicano se sono disposti ad opporsi al sistema multi-pilastro contenuto nella mozione del segretario del Pd
Sanità Bersani, Civati, Emiliano, Fratoianni, Orlando, Pisapia e Rossi dicano se sono disposti ad opporsi al sistema multi-pilastro contenuto nella mozione del segretario del Pd
Renzi ha reso nota la sua mozione congressuale («Avanti, insieme») nella quale sulla sanità (punto 6) ci dice soprattutto quattro cose: 1) il «diritto alla salute» è sostituito con il «diritto alla protezione»; 2) esiste un pavimento di diritti universali finanziati dal fisco; 3) esiste la possibilità di integrarlo con diritti particolari finanziati dai redditi; 4) si tratta di prendersi cura di ciascuno sulla base dell’effettivo bisogno di protezione. Il resto è fuffa, ossimori e fumo negli occhi.
Le mozioni in genere sono dichiarazioni di intenti ma anche ipertesti che vanno interpretati dentro le connessioni logiche di qualcosa che non è ancora compiuto e che si deve compiere.
Nella mozione di Renzi a proposito di welfare, la prima cosa che si dice, è «completare il disegno». Per comprendere la mozione quindi bisogna comprendere cosa è in corso, ovvero l’attuazione del «libro bianco» del governo Berlusconi (segnatamente del ministro Sacconi) con l’obiettivo di sostituire il sistema universalistico con un sistema multi-pilastro, quindi di privatizzare gran parte della sanità pubblica.
Per attuare questa strategia Renzi ha fatto un accordo tra sindacato, Confindustria e la grande speculazione finanziaria, per rimettere a mercato la sanità. Gli strumenti di cui si è avvalso sono molteplici.
Il primo si chiama welfare aziendale, cioè un welfare sostitutivo di quello pubblico (che sia integrativo solo i bugiardi lo possono sostenere), non finanziato liberamente dal mercato ma totalmente a carico dello Stato. Cioè Renzi per favorire la speculazione finanziaria sta finanziando con soldi pubblici un sistema privato concorrente a quello pubblico. «Meno stato e più mercato» diventa: «Lo Stato contro lo Stato, per il privato».
Il secondo si chiama de-finanziamento della sanità pubblica. Per rimettere la sanità pubblica a mercato, Renzi ha dovuto impoverirla. Cioè creare condizioni competitive ad essa sfavorevoli: tagli lineari, Livelli essenziali di assistenza sotto-finanziati, tagli massicci ai posti letto, agli organici, riordini regionali di tutti i tipi, piani di rientro, ecc. I neo-mutualisti per giustificare le mutue dicono che la sanità è in crisi, che le liste di attesa sono troppo lunghe, che i servizi sono inefficienti. E hanno ragione, ma come si fa a pretendere che la rana possa nuotare nello stagno dopo che è stata schiacciata con una pietra?
Il terzo si chiama «riforma del Terzo settore». Parliamo di quel particolare mutualismo e associazionismo su base volontaria, quindi parliamo dell’impresa sociale che Renzi ha voluto trasformare da non-profit a profit per renderla adeguata alle nuove condizioni di mercato, cioè per mettere in competizione la sussidiarietà con la solidarietà e quindi rendere più competitiva la prima nei confronti della seconda, sia in forma pubblica che mutualistica.
Se accettiamo la classificazione della sociologia (G. Esping Andersen) che distingue i modelli di stato assistenziale in tre regimi: liberale, conservatore-corporativo e social democratico, si può dire che Renzi punta a superare il «regime social democratico» (modello «universalistico» per il quale i diritti derivano dalla cittadinanza e i servizi sono offerti a tutti i cittadini senza nessuna differenza) per affermare a un tempo un «regime liberale» (welfare «residuale» in cui i diritti sociali derivano dalla dimostrazione dello stato di bisogno) e a un tempo «conservatore-corporativo» (modello «particolaristico», le tutele dipendono dalla professione esercitata).
Se questo è il sistema multi-pilastro che la mozione di Renzi conferma, chiedo pubblicamente e formalmente in ordine alfabetico a Bersani, Civati, Emiliano, Fratoianni, Orlando, Pisapia, Rossi (cioè alla sinistra eteroclita) di dire come intendono procedere da qui in avanti sulla sanità. Due cose precise: siete disposti a cancellare gli incentivi fiscali alle mutue aziendali per rifinanziare, con i soldi risparmiati, la sanità pubblica? Siete disposti a dare ai lavoratori il salario per intero, prevenire per quello che è possibile le loro malattie, e quando si ammalano offrire loro un servizio universale adeguato?
Mentre Trump è sconfitto proprio sulla sanità, a Renzi, che vuole fare più o meno le stesse cose, nessuno dice niente. Signori il Renzi-care è la più colossale contro-riforma della storia del nostro paese.
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