La settimana peggiore dalla fine di aprile scorso
Covid 39.809 nuovi casi e 425 decessi, oltre 2.600 pazienti ricoverati in terapia intensiva. In tilt la sanità lombarda, ma adesso il virus accelera al Sud e in Alto Adige
Covid 39.809 nuovi casi e 425 decessi, oltre 2.600 pazienti ricoverati in terapia intensiva. In tilt la sanità lombarda, ma adesso il virus accelera al Sud e in Alto Adige
Il numero quotidiano di casi positivi al coronavirus in Italia sfiora ormai quota 40 mila. 425 decessi sono una ventina meno di venerdì ma sono sempre moltissimi. Si chiude così la peggiore settimana da aprile: tanto bisogna tornare indietro per trovare sette giorni con un numero più alto di vittime di Covid-19. Le Asl, i laboratori privati e i drive-in cercano di tenere il passo con i tamponi, che ieri sono stati 231 mila. Ma ormai a livello nazionale risulta positivo un test su sei e solo Lazio, Emilia-Romagna, Trentino e Basilicata sono sotto al 10% di percentuale di test positivi.
SULLA LORO ACCURATEZZA c’è anche qualche dubbio in più, perché l’infettivologo Gianni Rezza, nell’ultima conferenza stampa, ha fatto capire che in quella cifra finiscono anche molti test antigenici rapidi. Il problema è che i test antigenici non sono considerati molto attendibili se non su pazienti con alta carica virale. «La negatività del campione, a fronte di forte sospetto di Covid-19, dovrebbe essere confermata mediante test molecolare», scrive nell’ultimo rapporto l’Istituto Superiore di Sanità a proposito dei test rapidi. Perciò, il numero di casi positivi potrebbe essere anche più elevato di quello ufficiale.
Quasi dodicimila casi attengono alla sola Lombardia. Anche Piemonte e Campania superano i quattromila casi. Non accenna a rallentare il numero di nuovi ricoveri in terapia intensiva: con i 119 di ieri ora sono in tutto 2.634, praticamente la stessa cifra del 19 aprile. Solo in Lombardia i 40 pazienti gravi sono aumentati di 40 unità in un solo giorno. Il servizio sanitario è in tilt: «Attualmente da quello che ci risulta il tracciamento non avviene più», avverte il sindaco di Milano Beppe Sala. «Funziona poco la gestione territoriale della sanità per cui tutti i cittadini che hanno sintomi sono portati ad andare in ospedale». Ma all’ospedale Sacco di Milano, quello principale in città per le malattie infettive, i pazienti bisognosi di ossigeno rimangono spesso “parcheggiati” nei corridoi del pronto soccorso.
LE REGIONI IN CUI IL VIRUS si diffonde più velocemente però non sono necessariamente quelle con più casi. In Basilicata, ad esempio, questa settimana i casi positivi sono aumentati dell’86%, anche se sono poco più di un centinaio ogni giorno. Il virus accelera anche in Alto Adige (+73%), in Sicilia (+51%) e in Calabria (+40%), dove ieri si è dimesso il commissario della sanità Saverio Cotticelli. Sono incrementi che si rifletteranno sulle valutazioni del rischio delle prossime settimane, perché l’elaborazione dei dati richiede alcuni giorni per “consolidare” i dati e trarne un quadro affidabile. Gli epidemiologi dell’Istituto Superiore di Sanità che se ne occupano sono in affanno. Il super-lavoro richiesto dal varo del Dpcm e delle misure mirate regione per regione hanno fatto slittare il rapporto sugli indici Rt normalmente comunicato ogni venerdì. Ma è in carcere che il virus corre di più: secondo il Garante dei detenuti, attualmente sono 400 i casi positivi dietro le sbarre. Quasi il triplo rispetto ai 150 rilevati il 28 ottobre, appena 10 giorni fa.
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