La selva oscura del Parco del Gargano
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La selva oscura del Parco del Gargano

Parchi Un viaggio alla scoperta delle strutture una volta abbandonate che oggi sono state recuperate all’insegna della tradizione e della sostenibilità
Pubblicato più di un anno faEdizione del 27 luglio 2023

La Foresta Umbra è il cuore pulsante del Parco nazionale del Gargano. Umbra sta per ombra, perché la fitta vegetazione la rende una selva oscura. I percorsi al suo interno, alla portata di tutti, l’ hanno resa più frequentabile e attrattiva per i turisti che in questi periodi sono presenti lungo le coste del Gargano. Alcune strutture per la ristorazione e il pernottamento, che in passato erano state abbandonate e lasciate andare in malora, sono state recuperate da privati, che rispettando l’originale costruzione consentono una più piacevole permanenza all’interno della Foresta Umbra.

LA CASA CANTONIERA LUNGO LA STRADA che da Monte Sant’Angelo porta alla Foresta Umbra, abbandonata e rilevata qualche anno fa da una giovane coppia che ha cambiato lavoro, è diventata un grazioso alberghetto di poche stanze dove è possibile anche mangiare. A volte la scelta è più sentimentale e si inserisce nel solco di una tradizione familiare alla quale i figli dei vecchi proprietari hanno deciso di dare continuità, come nel caso della Trattoria Foresta Umbra in località Baracconi.

ANNA CIUFFREDA è appassionata di libri e nei momenti di tempo libero corre a dare una mano alle sorelle: «Mio padre faceva il taglialegna per fare i carboni, questa era la baracca dove dormivano anche gli altri che svolgevano il suo lavoro. Conosceva la Foresta Umbra meglio di casa sua. Quando periodicamente tornava a casa a Monte Sant’Angelo, non sapeva in quale cassetto fosse la sua biancheria, in compenso conosceva il punto esatto dove si trovava un albero all’interno della Foresta Umbra. Quando ha smesso perché l’età avanzata non gli consentiva più di fare il taglialegna, ha iniziato a vendere bibite nel periodo estivo, a partire dal 1977, poi lo abbiamo trasformato in una trattoria a gestione famigliare, alcuni giovani ci aiutano nei mesi estivi. Abbiamo vissuto l’ atmosfera della Foresta Umbra da quando avevamo l’età di sei mesi, il silenzio degli alberi, il fruscio delle foglie, il cinguettio degli uccellini, ci trasmettono tante sensazioni, compensano i disagi dovuti alla mancanza di acqua, di fogna, di distanza dal centro abitato in caso di emergenza sanitaria. Le emozioni che abbiamo vissuto da piccoli, frequentando la Foresta Umbra nei lunghi mesi estivi, le abbiamo trasmesse ai nostri figli e ai nipoti – prosegue Anna Ciuffreda – questo luogo è diventato un’occasione di legame molto forte per la nostra famiglia allargata.

Dopo tanti anni posso dire che è stata la scelta giusta. Abbiamo deciso che questa struttura restasse una trattoria, le sirene del grande chef non ci richiamano affatto e neppure la nouvelle couisine, la cucina è quella tipica di Monte Sant’ Angelo che è il nostro territorio, le porzioni sono abbondanti, i prodotti strettamente locali. I frequentatori della Foresta Umbra sono eterogenei, la gran parte trascorre la giornata e va via a sera, però rispetto a dieci anni fa la coscienza ambientalista è aumentata, un tempo apparteneva a pochi e ora è diventata senso comune».

TUTT’ALTRO SAPORE HA L’OPERAZIONE condotta da Marcello Salvatori, imprenditore di Foggia che opera nel campo dell’economia circolare, della trasformazione della materia e delle energie rinnovabili. Nel 2017, a seguito di un bando indetto dalla Provincia che prevedeva la vendita di un’antica struttura abbandonata da 30 anni, denominata Rifugio Albergo Foresta Umbra, totalmente invasa da erbe, alberi e faggete, l’azienda di sua proprietà, la Sistemi Energetici Spa, ha deciso di buttarsi nell’affare.

«CONOSCEVO QUESTO POSTO fin da bambino e lo consideravo un luogo fantastico da un punto di vista naturalistico – racconta Marcello Salvatori – lo acquistai intravedendo un investimento nel lungo periodo, non avevo un’idea precisa di che cosa farne, ma poi tutto è avvenuto in tempi brevi. Dopo l’acquisto si è levato un coro di consenso da più parti, in tanti hanno ricordato i tempi passati in cui questa struttura era un punto di riferimento per tutta l’area garganica. Al Rifugio Albergo Foresta Umbra, oggi Elda Hotel, il nome di mia madre, si svolgeva la Festa della Montagna, occasione di ritrovo degli abitanti del territorio, alla quale partecipavano artisti di livello nazionale come Iva Zanicchi, Gino Paoli, Lara Saint Paul. Il giorno dell’inaugurazione, la mamma di un amico mi ha detto che all’interno del Rifugio si è svolta la sua festa di matrimonio, vi sono stati affetti ed emozioni che mi hanno spinto a dare un’accelerata al progetto, stimolato anche dalla mia passione per la natura e l’ interesse per l’ ambientalismo. Quando studiavo Ingegneria a Torino- ricorda Salvatori – nel 1978 fondai un gruppo che si chiamava Bici e dintorni, già allora sollecitavamo gli amministratori locali a costruire piste ciclabili, isole pedonali, installare rastrelliere. Ancora oggi promuoviamo iniziative a Foggia, stiamo realizzando un progetto per un impianto di biometano con riciclo della materia organica.

È LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE a guidare ogni attività. «L’Elda Hotel della Foresta Umbra è una struttura che ha rispettato in tutto e per tutto la vecchia impostazione e una volta rimessa a nuovo ha fatto da traino a tutte le altre presenti sul territorio. All’interno dell’albergo abbiamo impiantato un sistema di riciclaggio dell’acqua piovana, tutta la struttura è alimentata da energie rinnovabili. La presenza è eterogenea, qui arrivano molti gruppi di ciclisti, anche dall’estero, come pure i proprietari di vecchie autonobili Maserati che fanno i loro periodici raduni in varie parti d’Italia», conclude.

OLTRE ALL’AGRITURISMO Cantoniera d’Umbra, vi è anche il rifugio Sfilzi che funge da ristorante e b&b. Una maggiore coscienza ecologista, unita a capacità imprenditoriali di piccola e media portata, hanno rivitalizzato strutture ricettive a lungo abbandonate, che hanno una storia organica alla Foresta Umbra, seppur circostanziata all’ultimo secolo. Per questi luoghi il rispetto dell’ambiente, l’economia circolare, le energie rinnovabili e la piccola imprenditoria rappresentano passi da gigante da incoraggiare.

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