La logica securitaria della destra inizierà ad essere applicata anche nella scuola. I recenti fatti di cronaca sulle aggressioni ai docenti hanno fornito l’occasione al Ministro all’Istruzione (e «del merito»), Giuseppe Valditara, di tornare su un suo vecchio cavallo di battaglia: i lavori socialmente utili per gli studenti. E hanno attivato la Lega che ha presentato una proposta di legge, attualmente in discussione in commissione Istruzione alla Camera, che prevede l’inasprimento delle pene previste dal codice penale se la vittima delle violenze è un docente o un dirigente scolastico.

Come annunciato già mercoledì, Valditara ha presentato gli interventi «sui criteri di valutazione del voto di condotta», «al fine di ripristinare la cultura del rispetto, di contribuire ad affermare l’autorevolezza dei docenti e di riportare serenità nelle nostre scuole».

Il voto di condotta tornerà a fare media in pagella già dalle scuole medie. Sarà riferito a tutto l’anno scolastico e, nel caso delle superiori, la valutazione del comportamento inciderà anche sull’ammissione alla maturità. La bocciatura, finora prevista solo con il 5 in condotta in presenza di gravi atti di violenza o di commissione di reati, avverrà adesso anche per «reiterate violazioni del regolamento di Istituto». Mentre il 6 genererà un debito scolastico in Educazione civica. Il punto più controverso, però, è rappresentato dalle sospensioni: fino a due giorni lo studente sanzionato sarà coinvolto in attività scolastiche sui temi legati ai comportamenti che hanno causato il provvedimento. Se superiore, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate.

«Sono misure totalmente inefficaci nel contrastare il clima di violenza e di discriminazione che contraddistingue il sistema scolastico italiano – ha commentato la coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti, Bianca Chiesa – Una valutazione solo numerica tende ad avere un carattere punitivo nei confronti dello studente invece che formativo; noi pensiamo che per contrastare ogni episodio di violenza serva cambiare il sistema didattico e di valutazione». Di misure spot parla anche il Pd, con la responsabile scuola Irene Manzi che scrive sui social: «La cultura della sanzione da sola non basta a porre rimedio al disagio che quegli episodi esprimono, che ha radici profonde».

Più che «misure spot» il combinato con la Pdl della Lega può fare invece emergere l’ideologia di una scuola vista non come luogo di apprendimento ma di pena.«La destra cerca tutte le risposte nell’aumento delle pene o in nuovi reati» sostiene la capogruppo Pd in commissione Istruzione del Senato, Cecilia D’Elia». Si riferisce alla legge a prima firma di Rossano Sasso, già sottosegretario leghista all’Istruzione con il governo Draghi, prevede anche la modifica dell’articolo 336 del codice penale, riguardante la violenza o minaccia a un pubblico ufficiale e del 341-bis sull’oltraggio al pubblico ufficiale. In sostanza: la pena sarà aumentata «da un terzo a due terzi se il fatto è commesso nei confronti di un dirigente scolastico o di personale docente». Nella realtà potrebbero finire in carcere dei minorenni.