Visioni
La scoperta del mondo dallo schermo
Festival Al Science+Fiction di Trieste «Stalker» di Tarkovskij, la fede nel cinema come rivelazione. In un repertorio di macerie, la disperazione del protagonista nella Zona riguarda la fine della civiltà attuale
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 2 novembre 2018
Luigi AbiusiTRIESTE
Il Teatro Miela sembra essere il luogo perfetto per proiettare Stalker oggi: con i suoi muri sbrecciati e le lamiere, le inferriate tutt’intorno. Anzi ci si convince ancor di più di una corrispondenza stretta tra lo schermo, quello che accade sullo schermo, e il mondo intorno, quasi attirato, tirato dentro il quadro, dentro le sequenze di spessore, di formicolare grigiastro, mentre lo stalker conduce professore e scrittore nella Zona, in quel tragitto in cui il rumore della corsa sulle rotaie diviene naturalmente musica elettronica. Si arriva a credere che il cinema richiami a sé le cose che stanno fuori, in...