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La scommessa Magic Circles tra creatività e disabilità

La scommessa Magic Circles tra creatività e disabilitàVinicio Marchioni – foto Ansa

Eventi Lo spettacolo, ospitato dalla Fondazione Teatro Palladium dell’Università Roma Tre, è prodotto dalla Fondazione Teatro Flavio Vespasiano e dopo la prima assoluta di questa sera verrà replicato a Rieti domenica 10 ottobre.

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 6 ottobre 2023

Tony, cieco dalla nascita, suona ventitré strumenti diversi e sa a memoria ottomila canzoni. Stephen, da quando ha cinque anni sa disegnare alla perfezione decine di edifici visti una sola volta per pochi secondi. E ancora George, è capace di dire, senza sbagliare mai, a quale giorno della settimana corrisponde una data qualsiasi compresa tra il 1850 e il 2050. Infine Jessy sa a memoria i nomi e le coordinate celesti di migliaia di stelle. E insieme a loro una moltitudine di donne, uomini, bambini proprietari di talenti e capacità che Oliver Sacks ha definito «prodigi». Ma Tony, Stephen, George, Jessy hanno qualcos’altro in comune oltre alla loro abilità: sono persone malate, colpite da quelle che la scienza medica definisce «sindrome di savant», una variante molto diffusa del cosiddetto «disturbo dello spettro autistico».

PORTARE in scena la malattia, farne oggetto di «spettacolo», è sempre un gesto delicato e rischioso. Ma è questa la scommessa giocata da Magic Circles, una nuova «opera in musica» che va in scena stasera al Teatro Palladium di Roma. Il testo di Guido Barbieri raccoglie una serie di «casi esemplari» di uomini e donne vittime della sindrome di Savant e li fonde in un unico personaggio immaginario, Martin W., che dialoga a distanza, in scena, con una figura muta: il suo io bambino. Intorno a loro un «coro» di sei voci che rappresenta l’universo, il più delle volte ostile, che abita al di fuori della sua mente: la madre, il maestro di scuola, i compagni di classe, i medici, la folla di persone incontrate durante un viaggio che per dieci anni tiene Martin lontano da casa e che termina solo con la scoperta della propria condizione di «savant».

LA SCRITTURA musicale di Fabrizio De Rossi Re dà corpo e sostanza al racconto. Un ensemble di sette strumenti sostiene costantemente la voce di Martin, affidato a Vinicio Marchioni, uno degli attori più sensibili della scena italiana, e quelle dei solisti dell’Evo Ensemble. A tenere insieme i fili musicali dell’opera è Gabriele Bonolis, mentre la regia, che si avvale delle immagini elaborate da Flaviano Pizzardi e dall’impianto scenico di Andrea Torchio, è firmata da Cesare Scarton. Lo spettacolo, ospitato dalla Fondazione Teatro Palladium dell’Università Roma Tre, è prodotto dalla Fondazione Teatro Flavio Vespasiano e dopo la prima assoluta di questa sera verrà replicato a Rieti domenica 10 ottobre.

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