Cultura

La scommessa delle relazioni al tempo del Pci

La scommessa delle relazioni al tempo del Pci

Scaffale Al Festivaletteratura di Mantova «C’era una volta la Carta delle donne», a cura di Letizia Paolozzi e Alberto Leiss, per Biblink editore

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 9 settembre 2017

«Noi donne comuniste proponiamo alle donne una alleanza per vincere una scommessa: stabilire un nuovo rapporto tra la nostra vita e la politica, fare in modo che la nostra vita invada le istituzioni della politica, i governi, i partiti che li compongono, diventi per loro materiale ingombrante li obblighi a inciampare in essa». Così Livia Turco chiosava nella introduzione della «Carta delle donne». L’avventura che nell’autunno del 1986 riunì in via delle Botteghe Oscure le donne del Pci per l’approvazione di quello che sarebbe stato molto più di un documento di partito è, a distanza di trent’anni, al vaglio di una ulteriore perlustrazione. Non si ripensa con il senno di poi né si opera una revisione fuori tempo massimo, a essere riconsegnata è invece la viva qualità di una esperienza cruciale per chi vi ha partecipato e per le ricadute che ne sono conseguite, così come la dura critica a una postura politica inefficace, ostile alle donne e al rinnovamento.

Nata allora in un momento di potenti trasformazioni sociali e politiche, viene proposto ora un volume che ne ripercorre la storia – non cronologica -, capace di interrogare quell’impresa di desiderio che diviene «luogo della memoria» da riattraversare. C’era una volta la Carta delle donne. Il Pci, il femminismo e la crisi della politica, a cura di Letizia Paolozzi e Alberto Leiss (Biblink editori, pp. 214, euro 22) presenta dunque una doppia sfida. Quella di misurarsi con una attualità di cui si tengono aperte questioni e nodi e, per un altro verso, di individuare se da quella temperie possa emergere una testimonianza che parli anche al nostro presente. Mentre il Pci veniva funestato da profondi cambiamenti dopo la morte di Berlinguer, si giocava una partita in cui il femminismo risultava centrale, certo non nasceva in quell’istante né dentro le stanze di palazzo eppure mostrava possibilità di alleanze. Per chi ha fatto parte di quel processo si tratta oggi di tornare a interpellare lo spazio di scambio e di intensa scommessa, anche relazionale.

Nell’ottobre del 2014 il gruppo delle partecipanti si reincontra perché, come scrivono Paolozzi e Leiss, è importante «rivedere questioni di fondo rimaste senza soluzione». Prende avvio un sito (http://cartadelledonne.it/index.html) e, il 23 ottobre del 2015, un convegno organizzato dalla Fondazione Istituto Gramsci e dalla Fondazione Iotti. «Adesso – aggiungono Paolozzi e Leiss – c’è la curiosità di riaprire una rete di rapporti e la voglia di rintracciare gli effetti positivi di quelle rivendicazioni, leggi, obiettivi di governo delle donne per dimostrare che ‘non abbiamo agito politicamente invano’».

Attraverso la testimonianza delle sue protagoniste possiamo leggere le considerazioni di Livia Turco sulla storia di confine generata da quell’esperimento, di Maria Chiara Bisogni, Vanda Giuliano, Alessandra Tazza e Paola Ortensi, insieme alle parole di molte altre tra cui Franca Chiaromonte, Marisa Rodano, Sara Ventroni.
Il libro verrà presentato domani a Mantova nell’ambito di Festivaletteratura, alle 17.30 nella sacrestia dell’Archivio di Stato. Partecipano Alberto Leiss, Letizia Paolozzi e Livia Turco.

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