Anche a Genova è arrivato l’inverno e un freddo vento di tramontana che quasi intorpidisce, ma che non basta a raffreddare la protesta dei tranvieri genovesi. La città si è svegliata ancor una volta senza un bus in circolazione. I genovesi vanno in macchina in un traffico reso ancor più difficoltoso dai cortei quasi permanenti, ma la solidarietà sembra non mancare almeno da una parte della città.
Ieri mattina alle 9 nella sala chiamata al Porto, oltre ai lavoratori di Amt, c’era una delegazione della Fiom, c’erano i camalli della Culm, diverse delegazioni delle cooperative.
Nella sala a fianco si è svolta un’assemblea generale dei lavoratori di Amiu, la società comunale che gestisce lo smaltimenti dei rifiuti, anche loro a rischio di parziale privatizzazione. C’era una delegazione dei tranvieri romani, che hanno annunciato che da martedì a Roma un’assemblea generale potrebbe accendere anche nella capitale la miccia della protesta.
L’aria insomma sembrava quella di una nuova possibile ondata di lotte sociali: «La scintilla dell’Italia siamo noi» gridavano i lavoratori nell’ennesimo corteo per la città, verso la sede della Regione Liguria. «Benvenuti negli anni Sessanta» scherzava ma non troppo qualche lavoratore. E se da una parte i sindacati cercano di tenere sulla protesta che riguarda l’azienda comunale di trasporto pubblico («Non dobbiamo perdere di vista i nostri obiettivi» ha detto dal palco il segretario nazionale della Faisa Cisal Andrea Gatto) dall’altra nella storica sede di decenni di lotte dei camalli, molti auspicano qualcos’altro, che la lotta di Genova sia esempio per una Paese che va verso il collasso, che la gente torni a scendere in piazza per difendere i propri diritti e per uno stato sociale, di cui il trasporto pubblico rappresenta solo un tassello.
Arrivati in centro, ad attendere i manifestanti c’era anche Beppe Grillo, come avevano annunciato ieri i tranvieri del Meet Up 5 Stelle: «Questo è un punto di non ritorno. Io sono ancora più incazzato di voi. Se vengo qui sono strumentalizzato, perché voglio i voti, ma io non voglio i voti di nessuno. Abito in questa città e il cambiamento deve partire da qui. Le strutture come Amt e tutte le altre partecipate sono dei cittadini e siamo noi a dover decidere cosa farne», ha detto Grillo, che ha ricevuto anche qualche fischio perché i lavoratori hanno ribadito «La piazza è nostra, non vogliano essere usati per fare da vetrina a nessuno», ma il leader del movimento 5 stelle ha tenuto un profilo basso, e dopo aver manifestato la propria solidarietà si è allontanato.
E la piazza è rimasta per il quarto giorno di fila la piazza dei lavoratori, che arrivati sotto la sede della Regione hanno formato una catena umana che ha circondato tutto il palazzo al grido di «Burlando vieni fuori». Il governatore della Liguria ha incontrato una delegazione di lavoratori è ha rinviato tutto a un incontro che si è tenuto a partire dalle 18, un tavolo a cui erano seduti il sindaco di Genova, il prefetto Giovanni Balsamo, la Regione e il suo braccio finanziario, la Filse per tentare di tirare fuori dal cilindro una soluzione in extremis. Una trattativa difficilissima perché all’appello per i conti di Amt mancano 8,2 milioni. Il Comune di Genova ha detto che riuscirà a tirarne fuori 4,3, la Regione ha detto che avrebbe garantito l’acquisto di 200 nuovi bus in 4 anni, ma una parte dell’accordo deve riguardare la riorganizzazione del lavoro. «Non si toccheranno le tasche dei lavoratori» ha provato a rassicurare un delegato uscito intorno alle 20 per aggiornare sulla situazione, ma i lavoratori non sembrano fidarsi più.
«Questa sera dobbiamo uscire da qui con qualcosa di esigibile» avevano detto all’unisono i sindacati, che hanno fatto fatica durante la giornata a contenere il nervosismo dei lavoratori che oltre alla pioggia, al freddo, alle ore di lavoro perso devono ora affrontare le sanzioni comminate dal prefetto per violazione della legge 146 che discilplina gli scioperi sul trasporto pubblico. Le prime sanzioni stanno arrivando a casa dei tranvieri consegnate da carabinieri con multe intorno ai mille euro, Anche su questo la solidarietà sta arrivando dai tranvieri di mezzo paese e anche da altre categorie. Intanto è stato aperto un conto corrente dove contribuire: «Solidarietà per i tranvieri genovesi». Il conto è stato aperto presso Banca Carige. Questo l’iban: IT 93R0617501400000007120580
«Tutti i soldi che avanzeranno rispetto alle multe – dicono i sindacati – verranno versati all’ospedale Galsini di Genova».