La scienza di domani nelle mani della politica
Tempi presenti Il rischio? I complottisti alleati di Trump, i big del farmaco con le destre in Europa. Clima, spazio e pandemie: l’intreccio tra ricerca e decisioni dei governi la scoperta più attesa del 2024. Dopo Dubai, la Cop 29 si svolgerà in autunno a Baku, Azerbaigian, sotto l’egida di un’autocrazia basata sui combustibili fossili, stretta alleata della Russia
Tempi presenti Il rischio? I complottisti alleati di Trump, i big del farmaco con le destre in Europa. Clima, spazio e pandemie: l’intreccio tra ricerca e decisioni dei governi la scoperta più attesa del 2024. Dopo Dubai, la Cop 29 si svolgerà in autunno a Baku, Azerbaigian, sotto l’egida di un’autocrazia basata sui combustibili fossili, stretta alleata della Russia
L’anno 2024 sarà quello dell’intreccio tra scienza e politica. La prima fornirà dati e prospettive alla seconda, che dal canto suo sceglierà se e quanto tenerne conto nelle scelte strategiche ai massimi livelli. Si prenda il cambiamento climatico, dove la previsione è facile: il riscaldamento avanzerà inesorabile portando a nuovi record di temperatura.
All’inizio del 2024, al trend storico si aggiungerà il probabile picco de El Niño, l’oscillazione ciclica delle temperature che ha già contribuito al caldo dello scorso autunno. Gli scienziati dovranno dirci se l’accelerazione del riscaldamento climatico osservata nel 2023 sia accidentale o il sintomo che il clima è definitivamente fuori controllo anche per i loro modelli previsionali. «È un mondo nuovo e dobbiamo aspettarci cose che non abbiamo mai visto» ha detto recentemente Carlo Buontempo, il direttore del servizio Copernicus sul cambiamento climatico.
LE OSSERVAZIONI dei climatologi rappresenteranno le premesse scientifiche della Cop 29, la conferenza mondiale sul clima che si svolgerà nell’autunno del 2024 a Baku, Azerbaigian. Dopo Dubai, il futuro del clima sarà discusso di nuovo sotto l’egida di un’autocrazia basata sui combustibili fossili, stretta alleata della Russia e con cui l’Italia ha un rapporto privilegiato: è il primo esportatore di petrolio e il terzo di gas naturale verso il nostro Paese. Visti i rapporti con il padrone di casa, stavolta per il ministro della transizione ecologica Gilberto Pichetto Fratin sarà difficile passare inosservato. Ma ce la metterà tutta.
Il 2024 ribollirà anche al di sopra dell’atmosfera. Sarà infatti l’anno della definitiva privatizzazione delle missioni spaziali. Il 17 gennaio partirà verso la Stazione Spaziale Internazionale Walter Villadei, il primo astronauta italiano coinvolto in una missione spaziale privata. La missione Ax-3 è organizzata dalla società texana Axiom – alle cui dipendenze lavora anche il comandante dell’equipaggio Michael Lopez-Alegria – e sarà lanciata dalla SpaceX di Elon Musk. Villadei vestirà SpaceWear, azienda di abbigliamento spaziale made in Italy, e in orbita effettuerà esperimenti per conto di altri marchi come Dallara, Barilla e Technogym. «Una grande opportunità per l’Emilia-Romagna», l’ha definita l’assessore regionale allo sviluppo Vincenzo Colla, sentendosi un po’ Neil Armstrong appena sceso sulla Luna.
In aprile, la missione Polaris Dawn organizzata dall’imprenditore statunitense Walter Isaacson vedrà per la prima volta astronauti privati impegnati in una missione extra-veicolare. Debutterà in estate il razzo «New Glenn» realizzato dalla Blue Origin del patron di Amazon Jeff Bezos, ma anche Ariane-6, l’ultimo lanciatore dell’industria pubblica europea.
A PROPOSITO DI LUNA: nel 2024 è prevista anche la missione Artemis II della Nasa, la seconda tappa del ritorno degli umani sul nostro satellite. Per la prima volta nel nuovo secolo, gli astronauti orbiteranno intorno alla Luna senza allunare, ma facendo segnare il record di distanza dalla Terra mai raggiunto da un essere umano. Tuttavia, dopo i problemi tecnici che hanno contraddistinto la missione precedente Artemis I, il rischio che la missione Artemis II slitti al 2025 è assai concreto. Sulla Luna quest’anno tornerà anche la Cina, che a maggio invierà la missione Chang’è 6 con l’obiettivo di portare sulla Terra campioni del suolo lunare prelevati sulla faccia nascosta del satellite.
Il nuovo anno potrebbe portare novità anche nella lotta alle epidemie. Nel 2023 è iniziata la sperimentazione del vaccino CoviLiv contro il Covid-19, e i risultati potrebbero arrivare quest’anno: è un vaccino intra-nasale e se si rivelasse efficace non agirebbe solo sullo sviluppo dei sintomi (come i vaccini attuali) ma contro la stessa circolazione del virus perché stimolerebbe la difesa immunitaria già nel naso.
NEL 2024 PARTIRÀ anche la produzione su larga scala delle zanzare deliberatamente infettate dal batterio Wolbachia pipientis, che impedisce loro di trasmettere virus come dengue o zika. Dopo diversi test positivi sul campo, il World Mosquito Program intende diffonderle in natura per rimpiazzare le zanzare che trasmettono le malattie: cosa potrà mai andare storto? Il 2024 sarà probabilmente anche l’anno della firma del Trattato antipandemico, un accordo tra i quasi 200 Paesi dell’Oms per prepararsi e rispondere a eventuali pandemie future.
Le bozze circolate però non affrontano gli squilibri tra nord e sud del mondo già emersi nella pandemia di Covid. Nel 2024 potrebbe vedere la luce anche la nuova legislazione farmaceutica europea, che introduce qualche piccolo limite ai monopoli delle aziende garantiti da brevetti e altre esclusive di mercato e favorisce la trasparenza nella ricerca. Difficilmente completerà l’iter entro le elezioni europee e le lobby sperano di farla deragliare dopo il voto.
DAL CLIMA alla farmaceutica, molto dipenderà in effetti dalla politica. Se alla Casa Bianca tornerà Donald Trump con il suo codazzo di complottisti e negazionisti climatici coccolati da Elon Musk, le speranze di un’inversione di marcia in campo energetico e ambientale si azzererebbero. Così come tirerebbero un sospiro di sollievo le aziende farmaceutiche se a Bruxelles la maggioranza si spostasse a destra. Saranno le urne a decidere se nel 2024 la scienza dovrà piegare la testa.
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