La scienza della storia e della politica
La Sinistra ha perso le elezioni regionali del 2023 perché ha perso Gramsci nel 1949.
Gramsci nei Quaderni ha scritto che agli inizi del Novecento era entrata in «crisi organica» la civiltà moderna, e come col Rinascimento, per superare la crisi della civiltà medievale, si era avviata la costruzione di una nuova civiltà creando nuove scienze e nuove arti, ora bisognava costruire una civiltà umana ulteriore.
Questo compito epocale i marxisti italiani non l’hanno voluto riconoscere nel Gramsci dei Quaderni. Capitanati politicamente e ideologicamente da Togliatti, si sono impegnati a ridurre Gramsci a un ‘marxista critico’ e mitico fondatore del Partito Comunista d’Italia. Nel 1949 uscì l’edizione tematica dei Quaderni supervisionata da Togliatti, e fu l’inizio della fine.
Bisognerà aspettare il 1975 e l’edizione critica dei Quaderni perché si cominciasse a parlare di «rottura epistemologica» del Gramsci del carcere rispetto al Gramsci giovane, ma ambiguamente, ancora una volta togliattianamente. E in forma spettacolarmente contraddittoria: la foto del frontespizio dei Quaderni del 1975 non era la foto segnaletica carceraria del 1933 – del Gramsci scienziato della storia e della politica – bensì la foto ritratto del Gramsci del 1916 – il Gramsci de «Il Grido del Popolo».
Un falso storico. Gramsci è andato in carcere oltre la sociologia (borghese e marxista) e oltre il marxismo (anche il marxismo di Marx), cominciando a costruire una nuova scienza, «la scienza della storia e della politica», che spiega – tra l’altro – la «crisi organica» della civiltà moderna, che oggi stiamo vivendo nella sua fase agonica.
Nel 1978 è stato pubblicato dalla De Donato editore il libro «Sociologia e marxismo nella critica di Gramsci», che ho scritto con Luis Razeto, scienziato sociale cileno internazionalmente noto come primo e massimo autore dell’Economia di Solidarietà. Dal 2009, arricchito e aggiornato, lo abbiamo pubblicato su Amazon – col titolo «La traversata». Dalla critica del marxismo e della sociologia alla proposta di una scienza della storia e della politica.
Ah, dimenticavo: i «Quaderni del carcere» e le «Lettere dal carcere» ancora oggi esibiscono nel frontespizio la foto ritratto del Gramsci che grida al popolo, non la foto segnaletica del Gramsci scienziato.
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