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La saga dei pirati della musica

La saga dei pirati della musica

Il libro Le compilation «Mixed by Erry», la storia dei fratelli Frattasio raccontata da Simona Frasca

Pubblicato più di un anno faEdizione del 4 marzo 2023

Al giorno d’oggi si può ascoltare qualunque brano di pop, rock, jazz, blues con un semplice click su pc o su smartphone usufruendo della rete. La musica si è fatta liquida, onnipresente e omogeneizzata. Però ha perso peso e senso, rispetto al canone identitario che produceva. Alcuni decenni fa, tra gli anni ’80 e ’90 del XX secolo, senza Internet e Youtube, i ragazzi dovevano fare salti mortali, ricerche e ascolti minuziosi per «assaporare» le novità discografiche tra radio, ellepì in vinile e audiocassette. Spesso gli album interi, i 33 giri, si compravano «a scatola chiusa» attratti dal nome del brano o dal successo di una band o di un interprete. L’arrivo delle musicassette vergini fu un’autentica rivoluzione perché permise di duplicare i propri dischi preferiti ad amici e conoscenti facendo copie musicalmente abbastanza simili come resa all’originale, dando il via alla riproduzione non autorizzata di massa (si copiava il disco su audiocassetta e si scrivevano titoli e note sul foglietto della custodia).

Da lì è partito un deejay di Forcella, Enrico Frattasio, raggiungendo il grande successo con antologie fatte in proprio, con competenza e originalità, e vendute in audiocassette da migliaia di copie. «All’inizio degli anni ottanta, dopo aver lavorato in diversi negozi di dischi, conobbi una persona nota nel quartiere che faceva le cassette false – dice Enrico – mi propose di mettermi in società con lui, perché si era sparsa la voce che mi piaceva fare le compilation. Lui metteva la strumentazione e io l’opera» così è iniziata l’epopea dei fratelli Frattasio lunga vent’anni e segnata dal marchio «Mixed by Erry», una parabola napoletana ancora molto presente nell’immaginario collettivo. La musicologa, docente universitaria e nostra storica collaboratrice, Simona Frasca, ricordava bene l’avvento dei falsari e tutto l’alone di fascino e di mistero che circondava la loro saga, a Napoli e in Campania. Così, per tre anni, ha condotto un’indagine attenta e appassionata, intervistando i protagonisti ma anche cantanti, discografici, funzionari Siae e persino il giudice istruttore del loro processo, cercando di ricostruire un fenomeno di pirateria musicale che ha raggiunto notorietà e dimensioni internazionali. Ha scritto il libro appena pubblicato Mixed by Erry, la storia dei fratelli Frattasio (pag.260, euro 16, Ad est dell’equatore edizioni, con ricco apparato fotografico) che è stato portato anche al cinema, in un film di prossima uscita, dal regista Sidney Sibilia.
Nati in una zona superpopolare, in una di quelle famiglie umili e dignitose che dovevano inventarsi quotidianamente i mezzi di sussistenza, vivendo di espedienti, i quattro maschi Frattasio hanno vissuto borderline, in quel territorio a margine della legalità -tra pacchi ai turisti (con una presunta videocamera venduta anche a Giancarlo Giannini) e whisky di contrabbando (allungando col tè quello originale acquistato attraverso i militari della base Nato), commercio di vhs porno e finti orologi Rolex d’oro-, soprattutto gravati dai debiti familiari. La passione di Enrico, un ragazzo sveglio e intraprendente, per la musica ha cambiato il loro destino, portandoli a organizzare un impero economico seguendo ogni passaggio del ciclo produttivo dall’acquisto di migliaia di nastri immacolati fino alla vendita tra bancarelle e negozi.

«Uno dei duetti di cui vado più fiero fu Ancora di Eduardo De Crescenzo lanciata al festival di Sanremo 1981, missata con la versione in francese di Mireille Mathieu, che mi feci spedire direttamente da Parigi – aggiunge Enrico – Dalla versione originale, passai a quella in francese, dopo qualche anno arrivarono le versioni di Mina e Fiordaliso, io le missavo tutte insieme, anche se all’epoca ancora non avevo i piatti Technics, che permettevano di regolare la velocità delle tracce. La gente cominciò ad andare alla Discoteca Meridionale, uno dei più grandi negozi di dischi di Napoli chiedendo il pezzo di De Crescenzo missato da Mixed by Erry, quello di Forcella». Dopo il successo generalizzato, anche gli altri fratelli -Peppe, Angelo e Claudio- vennero coinvolti nel rutilante giro delle musicassette, arrivato a produrre (e smerciare) quarantamila nastri al giorno.

Erry e familiari agivano in modo ultraprofessionale, acquistando cassette vergini di qualità e utilizzando strumenti tecnologici all’avanguardia, il potente duplicatore Tascam, con squadre di persone disposte su due turni, giorno e notte. Anche la cura della confezione era un segno di riconoscimento importante, per distinguersi dagli altri pirati. Nacque lo slogan «Mixed by Erry, la dimensione ideale per un ascolto pulito» e anche «le cassette con fotocopie non sono originali Mixed by Erry». Una pratica illegale che prosperava sulla scarsa pericolosità sociale della violazione del diritto d’autore ma che aiutò a far conoscere (e circolare) nuovi talenti musicali perché Erry confezionava cassette sartoriali, aggiungendo hit e canzoni d’interpreti diversi. Ciò portò anche all’equivoco Tony Tammaro-Federico Salvatore perché Erry mise dei pezzi di Salvatore in fondo a una cassetta di Tammaro, venduta in migliaia di copie in tutto il meridione, e il pubblico cominciò a chiedere quei pezzi, nell’esibizioni dal vivo, mettendo in crisi i due musicisti (ma, nel libro, ci sono tanti esempi come il boom di Cheri Cheri Lady dei Modern Talking, con una parte cantata in napoletano). I Frattasio sceglievano i brani con cura, li riadattavano e componevano a loro volta pezzi originali, talvolta dando ampio spazio ai neomelodici o anche alle parodie di brani famosi.

Loro inondarono il mercato ambulante partenopeo con una serie di compilation fatte in proprio – riproducendo abusivamente brani di Mario Merola, Nino D’Angelo e altri cantanti napoletani mischiandoli con sigle televisive, successi di hit parade e colonne sonore radiofoniche. Il brand «Mixed by Erry» era diventato talmente famoso che ben presto altri falsari lo avevano copiato costringendolo ad apporre la scritta «diffidate dalle imitazioni» sulle cassette, tra le più famose quelle realizzate per il secondo scudetto del Napoli calcio, nel 1990, con le radiocronache di Ciotti a «Tutto il calcio minuto per minuto» inframmezzate da cori di stadio e inevitabili motivi dedicati al pibe de oro (acquistata anche da chi scrive e dai magistrati).

La loro marcia trionfale si bloccò nel 1997 con l’arresto dei Frattasio e il sequestro delle attrezzature, i tempi erano profondamente cambiati. Una nuova leva di avventurieri, spesso contigui con le attività criminali organizzate, si era impadronita del mercato della contraffazione musicale, con lo sbarco dei cd falsi, pezzottati, duplicati su tutto il territorio nazionale. Ancora una decina d’anni poi Spotify, Deezer e le altre piattaforme digitali avrebbero terremotato la fruizione della musica.

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