Quando Immanuel Kant elaborò le massime del sensus communis nella Critica della facoltà di giudizio, al «pensare da sé» e al «pensare in modo conseguente», affiancò il «sapersi mettere al posto degli altri», ossia quel modo di pensare ampliato che permette a un individuo di confrontarsi con gli altri, assumendone il punto di vista senza omologarsi a un unico ragionamento e, contemporaneamente, divincolandosi dall’isolamento del solipsismo. Non solo autonomia e rigore, quindi, ma disposizione ad accogliere le diverse opinioni per essere parte più consapevole del mondo circostante. Non sappiamo se Clare Pierce, quasi cinquantenne alla deriva, che gira a vuoto...