Visioni

La rivincita di chi non c’è con i Rimini Protokoll

La rivincita di chi non c’è con i Rimini Protokoll

A teatro A Romaeuropa l'ultima creazione della compagnia berlinese «La conferenza degli assenti»

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 6 novembre 2021

Il lavoro dei berlinesi Rimini Protokoll è un incessante procedere, ormai da più di vent’anni, nella scoperta ed elaborazione di nuovi linguaggi e nuove modalità comunicative. Così avviene anche nella loro nuova creazione, apparsa ora da noi nell’ambito di Romaeuropa festival. Ma La conferenza degli assenti, ospitata negli spazi dell’ex Mattatoio, indica anche nuovi elementi da chiarire meglio nel loro lavoro. La loro penultima performance seriale Remote…. portava un gruppo di spettatori in giro per la loro città (in Italia ha avuto luogo a Milano e poi al Mittefest di Cividale), teleguidati in cuffia, a scoprire aspetti e valori solitamente trascurati, se non proprio ignorati, del proprio ambiente e dei propri modi di vita.
La conferenza degli assenti rovescia in qualche modo la prospettiva, perché convoca il pubblico a un evento che non può aver luogo visto che i nove oratori previsti per tenere quell’assise sono impediti a parteciparvi per i più diversi motivi, tutti di cogente gravità: dall’incidente fisico alla malattia, a fatti di guerra, fino al divieto di muoversi dal proprio paese. I loro interventi dovranno così essere sostenuti da volontari tra il pubblico, che da spettatori si trasformeranno in protagonisti, naturalmente con l’ausilio tecnico, e anche di contenuti e circostanze, della compagnia che il meeting aveva organizzato. Ecco quindi cuffie e posizionamenti, immagini e tecnologie di supporto, perché i volontari richiesti abbiano il loro momento di gloria. Alcuni possono risultare anche divertenti, altri già felici di esibirsi davanti a un pubblico, altri cercano di mostrar di «saperla lunga» sui meccanismi della comunicazione. Resta qualche dubbio complessivo, per chi non riesca a coinvolgersi troppo. Quel «gioco di ruolo», seppure aumentato di «drammaticità» dagli argomenti (l’ecologia, il pianeta, la democrazia) rischia l’effetto di vecchi giochi di società (i titoli dei film da mimare), se non di tanti diversi «grandi fratelli» che da ogni tv ci osservano e richiamano.

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